In arte Sieur Canalety
Venezia. Dopo la mostra dedicata a Francesco Guardi (1712-93) al Museo Correr lo scorso anno, la Fondazione Musei Civici presenta ora una retrospettiva di un maestro «minore» della pittura veneziana del Settecento, cui la critica ha recentemente restituito un ruolo di rilievo nello sviluppo di uno dei generi più amati dal pubblico e dai collezionisti. «Pietro Bellotti, un altro Canaletto» (catalogo Scripta) è il titolo della mostra allestita dall’8 dicembre al 28 aprile nelle sale del primo piano di Ca’ Rezzonico che ospita il Museo del Settecento veneziano, dove vengono presentati 43 dipinti dell’artista, la maggior parte mai esposta prima d’ora. Il percorso espositivo, costituito da vedute e capricci d’invenzione, è stato ideato dal conservatore di Ca’ Rezzonico Alberto Craievich, in collaborazione con lo storico Domenico Crivellari e da uno dei maggiori esperti di Vedutismo, il londinese Charles Beddington, cui si deve l’uscita dall’oblio di questo artista.
Pietro Bellotti, nato a Venezia nel 1725 e scomparso in Francia probabilmente attorno al 1804 o 1805, fratello minore di Bernardo Bellotto e nipote di Canaletto, si forma nella bottega del fratello a Venezia, e dalla metà del Settecento è attivo prevalentemente in Francia tra Tolosa, Besançon, Nantes, Lille e Parigi, dove si fa chiamare «le Sieur Canalety, peintre venetien» rivendicando le proprie origini e sottolineando il legame con l’illustre zio, e in Inghilterra, dove risiede per un breve periodo. La biografia dell’artista è stata ricostruita nel dettaglio da Domenico Crivellari che ha delineato una vicenda esistenziale avvincente, degna di avventurieri come Cagliostro o Casanova. Tra le opere esposte figurano molte vedute di Venezia, cui si affiancano anche quelle di numerose città e porti d’Europa, oltre a una serie di «capricci». Così, dopo un lungo viaggio tra le acque del Canal Grande, in mezzo a un brulicare di gondole tra le calli e nobili dimore, sono visibili alcune istantanee, composte con impasti delicati e contorni chiaramente delineati, di altre città come Firenze, Genova, Milano, Napoli, Marsiglia, L’Aja, Vienna, Londra, Amsterdam e Dresda.
da Il Giornale dell'Arte numero 337, dicembre 2013