Al Philanthropy Day 2018 di scena la rivoluzione paziente della filantropia strategica
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Rubrica:
FONDAZIONI D'IMPRESA
Articolo a cura di:
Francesca Panzarin
“Con i nuovi strumenti di venture philanthropy e impact investing, le fondazioni mettono in campo capitali pazienti, trasformando la creazione di profitto in creazione di valore: è la Rivoluzione Impact” sostiene Massimo Lapucci, Presidente dell’EFC e Segretario Generale Fondazione CRT. Grandi protagoniste dell’evento annuale sulla filantropia strategica di Fondazione Lang le fondazioni d’impresa. Tema centrale l’impresa come attore sociale: il caso di un’azienda che ha creato da poco la sua fondazione (Fondazione SNAM) e di un imprenditore che sta per aprirne una di famiglia (Alessi). Il premio“Strategic Philanthropy Award” a Fondazione Golinelli per “la grande lungimiranza del programma Opus 2065".
La filantropia è oggi un settore in costante crescita in termini di investimenti e progetti: per interventi di pubblica utilità l’Europa muove circa 60 miliardi di euro l’anno da oltre 140.000 tra donatori e fondazioni. In questo contesto l’Italia si colloca tra i Paesi più generosi: è al secondo posto con 7,2 miliardi donati da individui (dopo UK, 16,4), in quinta posizione con 1,9 miliardi donati da imprese e fondazioni (dopo Germania 17,2; UK 6; Francia 4,4 e Svizzera 2,2).
Per mettere in rete le più innovative ed efficaci esperienze di filantropia strategica a livello nazionale e internazionale Fondazione Lang Italia ha organizzato il 25 ottobre a Milano il VI Philanthropy Day[1], chiamando a un confronto 200 protagonisti del panorama filantropico internazionale, rappresentanti di imprese socialmente responsabili, fondazioni private, corporate, bancarie e ONG.
Focus sul settore della cosiddetta filantropia strategica, che supera l’ottica del sostegno a singoli progetti nel breve periodo puntando invece sulla professionalizzazione del settore e su una visione più ampia, imprenditoriale e a lungo termine. Un modo per concentrare i contributi privati in progetti integrati e farne un moltiplicatore di energie e risorse, un vero e proprio motore di miglioramento sociale.
“Un’attività non profit – ha dichiarato Tiziano Tazzi, presidente di Fondazione Lang Italia - non va valutata solo per i suoi obiettivi ma anche per la capacità dell’organizzazione di raggiungerli e di replicarli in modo efficiente, cioè con un buon utilizzo delle risorse, ed efficace, centrando il risultato prefisso”.
Tra i temi al centro del dibattito[2] il ruolo strategico della corporate foundations, come generatore di sviluppo per le comunità.
“La filantropia istituzionale è un vero collante sociale in Europa - ha sottolineato nel suo intervento di apertura Massimo Lapucci, Presidente dell’EFC e Segretario Generale Fondazione CRT con 146.000 donors e fondazioni che destinano ai diversi ambiti del sociale 50 miliardi di euro annui. Eppure ad oggi non esiste un "mercato unico" per la filantropia europea. (…) Con i nuovi strumenti di venture philanthropy e impact investing, le fondazioni mettono in campo capitali pazienti, trasformando la creazione di profitto in creazione di valore: è la Rivoluzione Impact”.
Tra i grandi protagonisti della filantropia strategica italiana ci sono le fondazioni d’impresa: pur essendo 150 su un totale di 6.451, erogano ogni anno circa 200 milioni di euro gestendo in autonomia il 37% dei progetti filantropici nel campo della salute (26%) e dell’istruzione (16%)[3].
La sessione Philanthropy Day dedicata per il sesto anno consecutivo a dinamiche e trend della corporate philantrophy si è focalizzata sul ruolo che può rivestire la fondazione d’impresa per l’azienda: quale valore aggiunto possono portare al business e quale contributo alla comunità dove operano?
Maria Orejas-Chantelot, Director Policy and Programmes della EFC, ha evidenziato una serie di caratteristiche comuni alle corporate foundations europee: sono piuttosto giovani (la maggior parte è nata alla fine degli anni ’90) e in continua crescita anche se differiscono spesso per struttura e approcci. Esiste inoltre un’alta concentrazione di asset e capacità di spesa: dei 60 miliardi di contributi annuali, il 90% arriva da 7 paesi (ai primi 3 posti Germania, Italia e Spagna). La raccolta di dati omogenei diventa quindi complessa. Il recente Institutional Philanthropy Spectrum (IPS) offre un framework per visualizzare, comprendere e monitorare lo sviluppo del settore. Un ulteriore e fondamentale passo da compiere è l’avvio di una collaborazione tra governi, settore pubblico, accademia e NGO per creare un set di standard e pratiche che favorisca una miglior comprensione dei temi, dei rischi e delle opportunità alla base dell’incontro tra società civile e mondo privato.
Il ruolo della corporate foundation come ponte tra business sostenibile e responsabilità sociale è stato al centro dell’intervento di Dario Manigrasso, Vicedirettore Generale di Fondazione SNAM, che ha ricordato come responsabilità sociale, spirito pionieristico e competenze siano state fin dal 1941 alla base della mission dell’azienda e della fondazione di recente costituzione.
Il tema dell’impresa come attore sociale è stato ripreso da Michele Alessi, vice presidente non operativo di Alessi spa, che a inizi 2016 ha lasciato l’incarico di AD a un manager esterno alla famiglia. L’azienda ha operato sul territorio creando un fondo nella locale fondazione di comunità e sostenendo progetti sociali proposti dai suoi dipendenti. A breve sarà invece aperta una fondazione di famiglia – “per me, una forma di antidepressivo” l’ha definita Michele Alessi – in cui confluiranno in modo strutturato tutte le attività non profit della famiglia seguendo lo slogan “Un lavoro di qualità per ciascuno”.
Altro caso interessante di corporate foundation è quello dell’inglese Thomson Reuters Foundation, il braccio filantropico del grande provider di news che opera in favore dei diritti umani, dell’empowerment delle donne, del progresso socioeconomico e dell’accesso alla giustizia. Giulia Corinaldi, Global Head of Programmes for TrustLaw ha raccontato del servizio pro bono della fondazione nato nel 2010 e ideato per connettere le organizzazioni non profit a elevato impatto sociale e le imprese sociali in grado di generare cambiamento sociale, con i migliori studi legali di tutto il mondo. TrustLaw oggi è il più ampio network di servizi consulenziali pro-bono, con più di 2.900 non profit partner in 175 Paesi e 600 studi legali che radunano oltre 100.000 avvocati che prestano i loro servizi alle non profit e imprese sociali selezionate.
Al Philanthropy Day di quest’anno sono stati assegnati per la prima volta i Philanthropy Awards, dedicati alle organizzazioni che si sono distinte a livello nazionale per visione strategica e capacità di impatto sociale a favore della comunità.
Tra i vari premi e menzioni[4], ricordiamo il premio “Strategic Philanthropy Award”, incentrato sulla capacità di sviluppare approcci e strategie di intervento a lungo termine
Per le “Fondazioni di famiglia” è stata premiata Fondazione Golinelli, per “la grande lungimiranza del programma Opus 2065, pianificazione strategica cinquantennale che, facendo leva sullo strumento del trust, agirà come leva di continuità nel tempo per preservare e mettere a sistema azioni progettuali già avviate per il futuro dei giovani”.
Per la categoria “Filantropia istituzionale e imprese” vincitrice è stata Con i Bambini Impresa Sociale, realtà nata da Fondazione con il Sud e attuale gestore dei fondi ACRI contro la povertà educativa, “per aver introdotto, in qualità di Soggetto Attuatore del Fondo per il contrasto della povertà minorile, in particolare nella gestione dei Bandi, l’elemento della valutazione dell’impatto sociale quale pilastro imprescindibile per la realizzazione delle attività progettuali”.
“Ognuno di noi deve capire perché e per chi” ha ricordato Marino Golinelli ritirando il premio.
“La filantropia è la più alta forma di egoismo” ha ironicamente concluso il suo intervento il comico (e filantropo) Enrico Bertolino.
Per mettere in rete le più innovative ed efficaci esperienze di filantropia strategica a livello nazionale e internazionale Fondazione Lang Italia ha organizzato il 25 ottobre a Milano il VI Philanthropy Day[1], chiamando a un confronto 200 protagonisti del panorama filantropico internazionale, rappresentanti di imprese socialmente responsabili, fondazioni private, corporate, bancarie e ONG.
Focus sul settore della cosiddetta filantropia strategica, che supera l’ottica del sostegno a singoli progetti nel breve periodo puntando invece sulla professionalizzazione del settore e su una visione più ampia, imprenditoriale e a lungo termine. Un modo per concentrare i contributi privati in progetti integrati e farne un moltiplicatore di energie e risorse, un vero e proprio motore di miglioramento sociale.
“Un’attività non profit – ha dichiarato Tiziano Tazzi, presidente di Fondazione Lang Italia - non va valutata solo per i suoi obiettivi ma anche per la capacità dell’organizzazione di raggiungerli e di replicarli in modo efficiente, cioè con un buon utilizzo delle risorse, ed efficace, centrando il risultato prefisso”.
Tra i temi al centro del dibattito[2] il ruolo strategico della corporate foundations, come generatore di sviluppo per le comunità.
“La filantropia istituzionale è un vero collante sociale in Europa - ha sottolineato nel suo intervento di apertura Massimo Lapucci, Presidente dell’EFC e Segretario Generale Fondazione CRT con 146.000 donors e fondazioni che destinano ai diversi ambiti del sociale 50 miliardi di euro annui. Eppure ad oggi non esiste un "mercato unico" per la filantropia europea. (…) Con i nuovi strumenti di venture philanthropy e impact investing, le fondazioni mettono in campo capitali pazienti, trasformando la creazione di profitto in creazione di valore: è la Rivoluzione Impact”.
Tra i grandi protagonisti della filantropia strategica italiana ci sono le fondazioni d’impresa: pur essendo 150 su un totale di 6.451, erogano ogni anno circa 200 milioni di euro gestendo in autonomia il 37% dei progetti filantropici nel campo della salute (26%) e dell’istruzione (16%)[3].
La sessione Philanthropy Day dedicata per il sesto anno consecutivo a dinamiche e trend della corporate philantrophy si è focalizzata sul ruolo che può rivestire la fondazione d’impresa per l’azienda: quale valore aggiunto possono portare al business e quale contributo alla comunità dove operano?
Maria Orejas-Chantelot, Director Policy and Programmes della EFC, ha evidenziato una serie di caratteristiche comuni alle corporate foundations europee: sono piuttosto giovani (la maggior parte è nata alla fine degli anni ’90) e in continua crescita anche se differiscono spesso per struttura e approcci. Esiste inoltre un’alta concentrazione di asset e capacità di spesa: dei 60 miliardi di contributi annuali, il 90% arriva da 7 paesi (ai primi 3 posti Germania, Italia e Spagna). La raccolta di dati omogenei diventa quindi complessa. Il recente Institutional Philanthropy Spectrum (IPS) offre un framework per visualizzare, comprendere e monitorare lo sviluppo del settore. Un ulteriore e fondamentale passo da compiere è l’avvio di una collaborazione tra governi, settore pubblico, accademia e NGO per creare un set di standard e pratiche che favorisca una miglior comprensione dei temi, dei rischi e delle opportunità alla base dell’incontro tra società civile e mondo privato.
Il ruolo della corporate foundation come ponte tra business sostenibile e responsabilità sociale è stato al centro dell’intervento di Dario Manigrasso, Vicedirettore Generale di Fondazione SNAM, che ha ricordato come responsabilità sociale, spirito pionieristico e competenze siano state fin dal 1941 alla base della mission dell’azienda e della fondazione di recente costituzione.
Il tema dell’impresa come attore sociale è stato ripreso da Michele Alessi, vice presidente non operativo di Alessi spa, che a inizi 2016 ha lasciato l’incarico di AD a un manager esterno alla famiglia. L’azienda ha operato sul territorio creando un fondo nella locale fondazione di comunità e sostenendo progetti sociali proposti dai suoi dipendenti. A breve sarà invece aperta una fondazione di famiglia – “per me, una forma di antidepressivo” l’ha definita Michele Alessi – in cui confluiranno in modo strutturato tutte le attività non profit della famiglia seguendo lo slogan “Un lavoro di qualità per ciascuno”.
Altro caso interessante di corporate foundation è quello dell’inglese Thomson Reuters Foundation, il braccio filantropico del grande provider di news che opera in favore dei diritti umani, dell’empowerment delle donne, del progresso socioeconomico e dell’accesso alla giustizia. Giulia Corinaldi, Global Head of Programmes for TrustLaw ha raccontato del servizio pro bono della fondazione nato nel 2010 e ideato per connettere le organizzazioni non profit a elevato impatto sociale e le imprese sociali in grado di generare cambiamento sociale, con i migliori studi legali di tutto il mondo. TrustLaw oggi è il più ampio network di servizi consulenziali pro-bono, con più di 2.900 non profit partner in 175 Paesi e 600 studi legali che radunano oltre 100.000 avvocati che prestano i loro servizi alle non profit e imprese sociali selezionate.
Al Philanthropy Day di quest’anno sono stati assegnati per la prima volta i Philanthropy Awards, dedicati alle organizzazioni che si sono distinte a livello nazionale per visione strategica e capacità di impatto sociale a favore della comunità.
Tra i vari premi e menzioni[4], ricordiamo il premio “Strategic Philanthropy Award”, incentrato sulla capacità di sviluppare approcci e strategie di intervento a lungo termine
Per le “Fondazioni di famiglia” è stata premiata Fondazione Golinelli, per “la grande lungimiranza del programma Opus 2065, pianificazione strategica cinquantennale che, facendo leva sullo strumento del trust, agirà come leva di continuità nel tempo per preservare e mettere a sistema azioni progettuali già avviate per il futuro dei giovani”.
Per la categoria “Filantropia istituzionale e imprese” vincitrice è stata Con i Bambini Impresa Sociale, realtà nata da Fondazione con il Sud e attuale gestore dei fondi ACRI contro la povertà educativa, “per aver introdotto, in qualità di Soggetto Attuatore del Fondo per il contrasto della povertà minorile, in particolare nella gestione dei Bandi, l’elemento della valutazione dell’impatto sociale quale pilastro imprescindibile per la realizzazione delle attività progettuali”.
“Ognuno di noi deve capire perché e per chi” ha ricordato Marino Golinelli ritirando il premio.
“La filantropia è la più alta forma di egoismo” ha ironicamente concluso il suo intervento il comico (e filantropo) Enrico Bertolino.
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Fondazione Lang Italia: una bussola tutta Milanese sulla Filantropia Strategica
[1] Il VI Philanthropy Day è realizzato anche grazie al sostegno del Main Sponsor UBI Banca. La Fondazione Snam è Corporate Foundation Partner dell’iniziativa, che gode del patrocinio di Fondazione Cariplo. Media partner Percorsi di secondo welfare e Alliance.
[2] Gli altri temi trattati sono stati i nuovi strumenti di impact investing capaci di generare un impatto sociale misurabile e compatibile con un rendimento finanziario; la valutazione dell’impatto negli interventi umanitari e nei progetti di cooperazione; il processo di capacity building per potenziare le competenze del Terzo Settore a partire dalla struttura delle ONP; i Donor-advised funds (DAFs), nuovi veicoli filantropici in crescita; la Theory of Change (ToC), modello che permette alle organizzazioni di definire la propria strategia e valutarne l’efficacia.
[3] INSEAD 2016; Cecp – Committee Encouraging Corporate Philanhtropy
[4] Il premio “High-Performing Award”, focalizzato sulla capacità delle organizzazioni di rinnovarsi e migliorare, è assegnato ex equo a Fondazione CESVI e Good Sheperd International Foundation. La prima “per la consapevolezza dell’importanza strategica della governance, che si è tradotta in un importante e coraggioso rinnovamento della leadership con l’obiettivo di incorporare nuove e preziose competenze”, la seconda “per la grande attenzione alla qualità della progettazione degli interventi orientata ai risultati e alla partecipazione di tutti gli attori coinvolti attraverso lo strumento della Teoria del Cambiamento”.
Due menzioni ad honorem ai professori Franco Mandelli e Franco Pannuti, recentemente scomparsi che hanno costituito rispettivamente AIL e Fondazione ANT, modelli di ispirazione ed esempi di straordinaria visione filantropica.
Una menzione speciale “Cultura della Filantropia” è assegnata al settimanale del Corriere della sera Buone Notizie - L’impresa del Bene, sfida giornalistica controcorrente, com’è stata definita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e modello editoriale di grande ispirazione per stimolare un costruttivo dibattito attorno ai temi sociali rilevanti per l’Italia.”
Due menzioni ad honorem ai professori Franco Mandelli e Franco Pannuti, recentemente scomparsi che hanno costituito rispettivamente AIL e Fondazione ANT, modelli di ispirazione ed esempi di straordinaria visione filantropica.
Una menzione speciale “Cultura della Filantropia” è assegnata al settimanale del Corriere della sera Buone Notizie - L’impresa del Bene, sfida giornalistica controcorrente, com’è stata definita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e modello editoriale di grande ispirazione per stimolare un costruttivo dibattito attorno ai temi sociali rilevanti per l’Italia.”