Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

11 idee per l’Italia

  • Pubblicato il: 05/07/2013 - 19:22
Autore/i: 
Rubrica: 
CONSIGLI DI LETTURA
Articolo a cura di: 
Stefania Crobe

Assistiamo passivamente ad una crisi non solo economica, ma anche politica, morale, causa di una metamorfosi delle forme elementari della relazionalità, del comportamento e della produzione di senso il cui risultato è l’immobilismo, un’apatia che rifiuta ogni forma di cambiamento.
Una crisi le cui radici vanno forse individuate nel secolo appena trascorso, ma le cui soluzioni vanno cercate e trovate «qui e ora», nella grande congiuntura che è il tempo presente.
Quel che è certo è che è arrivato il tempo del «fare» e se la politica è inerte, la società civile avanza.
«Ma di cosa ha bisogno il paese per affrontare e superare la crisi? »

11 proposte arrivano da altrettante eccellenze della vita economica, sociale e culturale del nostro Paese che danno risposte concrete e pragmatiche in «11 idee per l’Italia»,  il testo edito da Marsilio con scritti di: Mario Brunello, violoncellista, fondatore di Antiruggine; Aldo Cibic, designer e fondatore di CibicWorkshop; Gigi Copiello, sindacalista e Luca Vignaga, direttore risorse umane; Roberto Daneo, direttore del Comitato di candidatura Expo Milano 2015; Silvia Fattore, già sindaco di Villanova di Camposampiero; Maria Luisa Frisa, fashion curator, direttore del corso di laurea in design della moda e arti multimediali dell’Università IUAV di Venezia, presidente dell’Associazione italiana degli studi di moda; Guido Guerzoni, economista, docente all’Università Bocconi di Milano, esperto di economia dei beni culturali; Massimo Malvestio, avvocato, opinionista, autore di Mala Gestio; Davide Rampello, già presidente della Fondazione Triennale di Milano, direttore artistico del Padiglione Zero Expo 2015; Andrea Segrè, agronomo ed economista, docente all’Università di Bologna e fondatore di Last Minute Market; Ester Zito, ricercatrice dell’Istituto Telethon Dulbecco.
«Un repertorio di tracce di futuro: undici temi che indicano altrettante possibili piste per praticare la metamorfosi sociale ed economica» si legge nella prefazione, affidata alla penna di Aldo Bonomi.
Dal post-fordismo, con il processo di deindustrializzazione, i primi esempi di globalizzazione via delocalizzazione e il «capitalismo delle reti», è chiaro che il vecchio modo di concepire l’economia e la società è finito. La modernità è «liquida» e occorre «pensare i contorni della transizione» in termini di «sviluppo più che della crescita. E ciò può essere fatto solo se i parametri dell’economico tornano ad assumere i problemi sociali e ambientali come terreno della nuova creazione del valore. […] l’innovazione sociale e culturale è la vera molla per creare innovazione economica».
Dall’introduzione di Bonomi, passando per i saggi degli autori selezionati, emerge uno scenario in cui la parola d’ordine per l’uscita dallo stato d’inerzia, per una società più equa e solidale e, quindi, democratica, è green, nell’accezione più ampia di sostenibilità, comunità, ma senza trascurare l’innovazione, quanto più necessaria in una società della conoscenza come la contemporanea.
Ecco dunque che «i beni e i valori da produrre saranno sempre più legati non alla quantità ma alla qualità del consumo e del vivere».
«Forse – suggerisce Bonomi - la traccia sta nella capacità politica di far si che la sfera dell’economia sappia incorporare assieme alle tre «T» della new economy (Tecnologia, Talento, Tolleranza) anche le tre «T» della Terra come risorsa, del Territorio come ambito dei beni comuni da rigenerare, della Tenuta dell’ecosistema».

Di particolare interesse, per le tematiche trattate e a noi care, è il saggio di Guido Guerzoni, «L’insostenibile pesantezza dell’essere stati. I musei italiani e la sfida della sostenibilità globale», che evidenzia come il Belpaese sia ostaggio del suo glorioso passato.
Una rendita sulla quale pensiamo di poter vivere in eterno, una tradizione che per quanto  detentrice delle forme di senso per il processo di civilizzazione, insieme alla Grecia, dell’Occidente, ha tagliato le gambe al futuro.
Cullandosi nel ricordo – con annessa rievocazione kitsch – del suo passato, l’Italia non è in grado di comprendere il suo presente e progettare il suo domani. Ha chiuso le porte alla cultura dell’oggi, alla sua produzione, alle tecnologie, all’innovazione e si ritrova a contemplare qualcosa che, nonostante «la dolcezza del paesaggio e la limpidità del cielo» tanto rigenerativa per  Shelley durante il Gran Tour, deve essere necessariamente riletto in chiave contemporanea.

Sono cambiati i luoghi, i tempi e le modalità di fruizione della cultura e mentre nel resto del mondo la storia è una «narrazione aperta», in Italia «si è assopito il dibattito culturale» e si è immobili nell’ estasi di quel che è stato.
Senza necessità di omologazione, la sfida dei musei e dei luoghi della cultura è quella della sostenibilità, ma «non si tratta solo di sposare la causa, comunque meritoria, di rendere greener i musei, ma di riflettere sulle scelte necessarie per garantire, nel medio-lungo periodo, la loro sopravvivenza e la possibilità di esercitare dignitosamente la loro missione istituzionale». La sostenibilità è una scelta mentale.
Guardando all’estero, le scelte da adottare – propone Guerzoni – sarebbero cinque: lo  svecchiamento degli organici; l’autonomia amministrativa; l’internazionalizzazione; la chiusura di svariate istituzioni, con il taglio dei finanziamenti pubblici e la revisione radicale dei loro criteri di allocazione; la quantificazione di congrue risorse per la nuova produzione culturale.
«Scelte draconiane», ma necessarie. Pena la fine degna del paese più bello del mondo.

«Scelte difficili – conclude Bonomi - ma ancora possibili. Scelte da fare adesso, se vogliamo che quelle undici idee per l’Italia divengano veri motori della transizione».

© Riproduzione riservata
AAVV, 11 idee per l'Italia
2013, Editore   Marsilio  (collana Agenda)
137 pagine
€ 12,00

Disponibile anche in eBook