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100 Best Women In Culture

  • Pubblicato il: 15/12/2018 - 08:04
Rubrica: 
DOVE OSA L'INNOVAZIONE
Articolo a cura di: 
Giusy Sica, Emanuela Di Venuta
Undici donne ed undici mesi: il team delle under30 Re-Generation (Y)outh al ritorno da Bruxelles ha lanciato il report#100BeWInCulture che racconta per la prima volta la leadership al femminile in cultura. Lo scorso gennaio ha risposto alla call per l’European Youth Event 2018, è stato scelto ed ha partecipato alla sessione in Parlamento Europeo a Strasburgo il 1 e 2 giugno. A novembre è tornato tra le aule istituzionali a Bruxelles: una delle sue proposte è stata inserita tra le migliori best practices. Il background umanistico del team e la sua composizione sono state la leva che ha fatto perno sul principio della transdisciplinarità. Da qualche mese in cantiere, nel prossimo anno sarà pubblicato #100BeWInCulture, il report che delinea in modo innovativo gli incroci tra due realtà.
Saranno raccontate cento storie dal mondo della cultura, storie vissute dalle donne che lo esperiscono quotidianamente e che ne hanno scalato le posizioni di leadership. L’incontro nasce tra le due realtà, spesso soggette a penalizzazione ed esclusione, del mondo della cultura e del mondo delle donne. Tema centrale della mia riflessione in qualità di professionista, investe due aspetti di fondamentale importanza nella temperie storica che stiamo vivendo: da una parte un necessario rilancio del valore della cultura, dall’altra la presenza femminile nel mondo del lavoro. Entrambi soggetti quasi ad una negazione: la prima nei confronti dell’ambito scientifico, nonostante una possibile sinergia da riscontrarsi in un approccio STEAM, la seconda nei confronti di una storia politica e lavorativa che, troppo spesso, ha portato a risultati tanto di esclusività quanto di esclusione. Cultura e donne, abolendone ed aborrendone il senso stereotipato, hanno molto più in comune di quanto si possa credere. Si rende pertanto necessario mettere in luce quali siano le posizioni ricoperte dalle donne nella cultura ed in particolare il percorso impervio, troppo spesso additato, sorretto da un’analisi per fasce d’età, per raggiungerle. Lo scontro scatta tra le statistiche italiane e la necessità di ribaltare una situazione ormai troppo conosciuta, fin quasi data per scontata: una considerazione che non può più essere ritenuta ovvia. Le prime fatte di numeri ancora troppo bassi, ancora agli ultimi posti nelle classifiche per le presenze femminili nel mondo del lavoro. La seconda ribadita inoltre dal “Sustainable Development GOAL 5 - Achieve gender equality and empowerallwomen and girls” che reca la firma della Nato, contro le discriminazioni nei confronti delle donne, che sprona da una parte al miglioramento delle condizioni di vita delle donne nel mondo e nel micro-mondo del lavoro, dall’altra all’accrescimento delle opportunità affinché possano assurgere al successo.
L’approccio è lo stesso dell’European Youth Event 2018, lo stesso che è alla base della creazione del team: scientificamente ed obiettivamente transdisciplinare. La composizione del gruppo, l’attenzione rivolta alle dinamiche culturali, la comune volontà di evidenziare l’emancipazione lavorativa attuale in Italia per volgere al superamento delle barriere “umanamente” numeriche sono alla base della ricerca del report, della scelta settoriale e delle ragioni che hanno spinto il team ad agire. La contaminazione ha investito inoltre l’analisi dell’ambito culturale spaziando cioè dalle aule dirigenziali alle perfomingarts finanche alle realtà in appendice alle università. Avendo quale obiettivo una rigorosa mappatura delle donne nel mondo della cultura, a livello lavorativo, per ruoli intrapresi, funzioni ricoperte e posizioni di leadership raggiunte, il team ha ragionato su tre passaggi cardine. In primo luogo è stata effettuata una ricerca ad ampio spettro per ottenere una visione d’insieme quanto più onnicomprensiva possibile seguita poi da una prima scrematura, principalmente per settore e per età. Quest’ultimo è un elemento discrimine che riguarda il segmento under-40 ed under-30, stando comunque alle possibilità offerte dal primo passaggio. L’ultimo step del lavoro prevede la creazione di una piattaforma: è attraverso un lavoro partecipato, operando in ottica bottom-up e prevedendo una condivisione ed una connessione aperta e trasparente, che viene opportunamente stilata la classifica finale. Una classifica che non vuol essere competitivamente gerarchica ma offrire uno spunto alle donne di domani che entreranno nel mondo del lavoro e che devono ma, soprattutto possono, raggiungere i vertici di un settore e non permettere che imploda. Un report che cerca di fare il punto della situazione attuale, di fare luce su un aspetto sociale che non può essere tralasciato. Propedeutico al raggiungimento di una parità effettiva e “fattivamente” esistente è l’indipendenza di un individuo cosicché possa avere eguali opportunità e possibilità nel perseguimento e nel raggiungimento degli obiettivi prefissi: ne è garanzia l’appartenenza al mondo del lavoro. La parità passa per un binario lungo del quale sono ancora poche le donne a farne parte, a ricoprire cariche decisionali. L’emancipazione è un lavoro quotidiano e leggere il report è il primo passo per aspirare ad entrarvi, il secondo per scegliere la propria possibilità perché l’opportunità esiste.
 
 
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