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«Il fascino dell’immagine»

  • Pubblicato il: 23/05/2014 - 09:56
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Ilaria Oliva

Continua incessante l’attività del mecenate abruzzese che punta a mettere la bellezza a disposizione di tutti, soprattutto dei giovani: in questi anni, partendo dalla creazione del Museo dello Splendore, Fondazione Mas, a Giulianova nel 1997, ha proseguito con l’apertura di tanti musei, fondazioni e sezioni d’arte contemporanea in Abruzzo (Vasto - Palazzo D'Avalos, Chieti - Museo Barbella, Palazzo De' Mayo, Università «D'Annunzio», Tornareccio sala d'arte Ottavio Paglione e numerosi mosaici nel «Museo en plein air», Castelli Museo delle Ceramiche, Atessa Museo Sassu, cui si aggiungono gli otto mosaici dedicati a Giovanni Paolo II disseminati in vari centri della nostra regione, per un totale di circa 1500 opere) fino ad arrivare a quest’ultima donazione al Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna di Pescara.
Qui, venerdì 23 maggio alle ore 11, sarà inaugurata la mostra «Il fascino dell'immagine. Tradizione e modernità», che racchiude 56 opere dei maestri Arturo Carmassi, Gastón Orellana e Claudio Bonichi, costituenti la decima donazione di Paglione alla sua regione natale.
La mostra comprende gruppi di opere abbastanza omogenei per ciascun artista, realizzate in tempi circoscritti: i quindici dipinti, ai quali s’aggiungono sette disegni, di Arturo Carmassi recano date comprese tra il 1968 e il 1972; i ventuno dipinti di Orellana sono datati tra il 1973 e il 1974; le tredici opere di Claudio Bonichi portano date tra il 1980 e il 1997, anche se la loro quasi totalità (dodici su tredici) è stata realizzata in un arco di tempo relativamente più breve, tra il 1988 e il 1997, e comunque l’ispirazione dell’artista è unitaria. Diversi i temi trattati - in Carmassi, le metamorfosi del Minotauro, i cavalieri e le fanciulle che celano le sembianze del proprio volto dietro turbanti e tessuti; in Orellana, gli allucinati, grotteschi personaggi che popolano il teatro ove vanno in scena le sue allucinate rappresentazioni; in Bonichi, i fiori e i frutti quasi sospesi nel vuoto del nulla, e le divine fanciulle che languidamente paiono perse nel loro mondo di sogni - ma che potrebbero essere ricondotti a unità se letti come una personale riflessione dei tre maestri sugli eterni temi del rito, della morte e dell’eros.
Il vernissage vede la partecipazione dello stesso Paglione, del critico d'arte Sandro Parmiggiani, curatore con Paglione della mostra, Luigi Albore Mascia, Sindaco di Pescara, e Augusto Di Luzio, presidente della Commissione consiliare Cultura.
Per l'occasione, è stato realizzato un catalogo con testi di Sandro Parmiggiani, Giovanni Gazzaneo e Alfredo Paglione edito da Ianieri Edizioni.
L’ennesima riprova dell’amore di quest’uomo per la sua terra e per gli artisti che ha visto crescere ed operare nella sua lunga carriera di gallerista, nonché di appassionato d’arte e degli artisti che ha avuto la fortuna di seguire per tutto il Novecento e dei quali vuol condividere la bellezza attraverso la Fondazione Crocevia intitolata a sé e alla moglie Teresita. Chapeau.

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