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Miami, non solo beach

  • Pubblicato il: 02/12/2011 - 18:48
Autore/i: 
Rubrica: 
DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Santa Nastro
Art Basel Miami Beach

Miami. Opere monumentali,  famiglie, coppie, singoli soggetti privati che si fanno promotori, mecenati e mentori, magazzini riqualificati agli estremi della città – ma strategicamente prossimi a tutti gli eventi più importanti della settimana dell’arte –  feste, colazioni e performance. Questa è la Miami Art Week in occasione di Art Basel Miami Beach, che ha visto in questi giorni le collezioni della città impegnate nella promozione di una serie di mostre ed eventi speciali che raccontano molto di più rispetto al ruolo che questi soggetti ricoprono nella vita cittadina. La Rubell Collection Family, fondata nel 1964 dai coniugi Dora e Mera, ad esempio,  espone per la mostra in corso, American Exuberance,  190 opere di 64 artisti. 40 di queste sono state prodotte nel 2011. E’ chiaro come, al di là della ferrea volontà di “mostrare i muscoli” proponendo, in puro stile USA, dimensioni importanti per lo splendido spazio di 45.000 piedi quadrati e per i lavori in mostra, l’attività che la fondazione svolge è quella di uno straordinario, museale, aggiornamento del pubblico rispetto alle ultime tendenze dell’arte contemporanea. È, inoltre, noto che la Rubell sia stata la prima realtà in città a proporre questo modello di “fare collezione”, seguito poi da una serie di soggetti altrettanto interessanti. Ad esempio la Margulies, del signor Martin Z. Margulies, è un luogo che non ha nulla da invidiare alla precedente. Spazio meraviglioso, opere con i contro fiocchi, da sculture di Wilhem de Kooning a George Segal, per intenderci, colazioni in occasioni di Art Basel Miami Beach, posizione da protagonista nell’agenda non solo locale, con un’attenzione particolare per la fiera Art Miami. Non è un caso infatti che in questi giorni la fondazione si sia prestata ad ingaggiare con la manifestazione  satellite di Midtown una rete di beneficenza per la Lotus House Woman’s Shelter, una organizzazione per le donne senza casa e i loro figli. Anche qui, come per la Rubell, c’è una mostra all’anno,  ovviamente di altissimo livello, con una selezione dalla collezione che affianca la programmazione istituzionale della città.  Anche i De La Cruz (De La Cruz Contemporary Art Space) dei signori Rosa e Carlos, propongono uno special opening, questa volta coinvolgendo gli artisti di Miami in un progetto collaborativo. E poi performance, breakfast mattutini e letture e workshop per studenti e giovani. Last but not least, la CIFO – Ella Cisneros-Fontanals Art Foundation, che comprende la collezione personale di Ella, con un focus specifico sull’arte Latino Americana, e la CIFO collection che racchiude le opere prodotte dalla fondazione, dando l’opportunità agli artisti di realizzare importanti progetti e proponendo ad istituzioni e curatori di includerle in esposizioni  fuori dalla collezione. Anche qui l’obiettivo è quello, allo stesso tempo, di creare sia una occasione formativa per i visitatori in città, sia un circuito virtuoso e di fare networking sulle iniziative in programmazione, trasformando  la fondazione in soggetto promotore attivo nella vita degli artisti.  Non a caso, Cifo ha inoltre creato (disponibile sul sito) il più grande ed aggiornato database degli artisti Latino Americani mid career ed emergenti, a disposizione per tutti i curatori e i direttori di museo interessati. E se non bastasse, la fondazione si fa facilitator e iniziatore di strategie di fund raising che prevedono un coinvolgimento attivo degli interlocutori che diventano in prima persona sostenitori occupandosi, nell’ambito della sezione Fund-A-Project, della produzione di un’opera di un artista latino americano emergente. E per chi vuole spendere di meno, ci sono i Grants per le pubblicazioni di libri e ricerche. Ovviamente, senza distaccarsi dal tema.

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