Finzioni, videoracconti contemporanei a Palermo
Palermo. Per la terza edizione il festival «Finzioni - videoracconti contemporanei», ideato da Paola Nicita (che ne è anche curatrice) e Rosario Pedicone, cambia sede e dal Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino (che lo produce) approda nel nuovo Zac, Zisa Zona Arti Contemporanee (Cantieri Culturali alla Zisa). Questa sera alle 21,00 a inaugurare il festival è una selezione di video della collezione Sandretto Re Rebaudengo, alla presenza di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell'omonima fondazione torinese che venerdì 18 gennaio alle 18,00 incontrerà artisti e pubblico nella sezione «Transiti» di Zac.
Apre la rassegna il video dell'iraniana Shirin Neshat, «Possessed» del 2001, girato in Marocco, in cui tornano temi cari all'artista quali il ruolo della donna nella società islamica tra libertà e fondamentalismo.
«To remember» (2003) è invece il video dell'indiano Amar Kanwar, una riflessione e un omaggio alla figura del Mahatma Gandhi. Si cambia registro con «Deer» il lavoro onirico del russo Victor Alimpiev, in cui un uomo e una donna scivolano tra atmosfere magiche e sospese. Unico italiano presente Diego Perrone, con «La ginnastica mi spezza il cuore» del 2000, in cui una cantante lirica scalda la voce impegnandosi in melodiosi gorgheggi sullo sfondo di una scena fortemente pittorica.
In programma anche i video di Sebastián Díaz Morales, João Onofre, Elena Kovylina e Fiona Tan. Il festival prosegue venerdì 18 gennaio con Paolo Rosa di Studio Azzurro che presenterà il video «Nodi del Mediterraneo», dando vita a una performace visivo-sonora con il coinvolgimento del pubblico. Sabato 19 sarà la volta del regista Gianfranco Rosi con il film «El Sicario – Room 164», vincitore del Fripesci Award alla mostra d'arte cinematografica di Venezia nel 2010, singolare intervista-confessione di un narcotrafficante messicano, girata interamente nella stanza di un motel al confine tra Messico e Stati Uniti. El Sicario per raccontare la sua vita di pluriomicida si serve di fogli bianchi e di un pennarello. Disegni e parole si intrecciano sotto lo sguardo sapiente di Rosi per dare vita a questa avvincente realfiction.
da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 17 gennaio 2013