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Rutelli: ci vogliono i caschi blu della Cultura

  • Pubblicato il: 21/06/2013 - 13:51
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Articolo a cura di: 
Stefano Luppi

Roma. L'ex ministro per i beni culturali del centrosinistra Francesco Rutelli rilancia l'idea che si combatta finalmente con forza i saccheggi d'arte, in parte per quanto riguarda gli scavi archeologici clandestini (un tema che Fabio Isman ha trattato lungamento su quotidiani e libri e negli ultimi anni anche su «Il Giornale dell'Arte»). Rutelli, come ha spiegato all'Ansa,  chiede che «Siano rilanciati i caschi blu della cultura e anche che l'Italia si assuma la leadership di questa super task force composta anche da esperti per il restauro del patrimonio devastato da guerre, conflitti e criminali».
Francesco Rutelli venerdì ha parlato nelle vesti di presidente onorario dell'Institute forCultural Diplomacy di Berlino che a Roma ha organizzato il primo simposio internazionale per la diplomazia culturale«La piaga del traffico clandestino d'arte, continua Rutelli, è una realtà che nel mondo è ormai seconda solo ai traffici d'armi e di droga». I dati li fornisce il generale Marcello Mazzucca, comandante della divisione Unità specializzata dei Carabinieri: il traffico clandestino nel nostro Paese ingrassa un giro d'affari di 200 milioni di euro l'anno (400 milioni nel biennio trascorso). Nel mondo invece, secondo fonti Fbi riportate dall'Ansa, il totale della «rapina» sarebbe di 6 miliardi di dollari. «Una reale quantificazione, spiega il generale, non è facile a causa dell'elevato numero oscuro che caratterizza il fenomeno». Nel mondo anche le rotte del traffico sono moltiplicate, dall'Italia verso Austria, Svizzera, Portogallo, Francia, Germania, Regno Unito; Usa, Australia, Giappone, verso l'Italia dai Paesi dell'est Europa (Bulgaria, Romania, Serbia, Russia) del Medio Oriente (Iraq, Iran, Libano e Pakistan) nonché dal Centro e Sud America. In Italia le più colpite rimangono le chiese vittime del 50% dei furti consumati nel Belpaese (circa 2.400 episodi nell'ultimo quinquennio) tanto che su circa 17mila beni trafugati 5mila (30%) provengono da chiese. A fronte di questo, negli ultimi due anni i Carabinieri dei beni culturali (Tpc) hanno recuperato 111mila reperti archeologici e 80mila oggetti d'arte, sequestrando 10mila falsi; 165 persone sono state arrestate e 2.500 deferite all'Autorità giudiziaria. Infine il sostituto procuratore Paolo Ferri: «In Italia un reperto archeologico vale meno di un jeans: se rubi due paia di pantaloni puoi rischiare 10 anni di carcere, un furto archeologico viene punito con un massimo di 3 anni. Punizioni troppo miti».

da Il Giornale dell’arte, edizione online, 14 giugno 2013