Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

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I riflessi fondamentali di una riforma irreversibile

  • Pubblicato il: 25/08/2017 - 15:34
MUSEO QUO VADIS?

La riforma dei musei era necessaria. Conversiamo con Stefano Baia Curioni, professore al dipartimento di analisi istituzionale dell’Università Bocconi, presidente di Palazzo Te, e già membro del Consiglio Superiore dei Beni Culturali del Mibact sugli esiti della riforma Franceschini”. “La revisione del rapporto tra istituzioni museali e privati è una delle conseguenze più delicate, ma anche più interessanti della riforma. Vale, grazie ad essa, il principio che ogni istituzione prende la responsabilità di decidere cosa gestire direttamente, cosa esternalizzare e perché, e in che modo, cosa chiedere in cambio. (…) Penso che lo snodo istituzionale centrale, oggi attivabile, sia nel ruolo della  Direzione Generale Musei, che oggi mi pare sia stata affidata  a uno specialista capace. (ndr. Antonio Lampis)” 
 

Articolo a cura di: 
Catterina Seia
Autore/i: 

La riforma del Terzo settore al banco di prova

  • Pubblicato il: 10/08/2017 - 11:10
NORMA(T)TIVA

Si parla pochissimo, se non tra i giuristi, della riforma del Terzo Settore che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 18 luglio. Maria Vita De Giorgi, docente di Diritto Civile dell’Università  di Ferrara, ne ha dibattuto a ExpoElette, il Forum delle donne impegnate ai vertici delle istituzioni e delle imprese. Restituisce sulle nostre colonne la sua lettura.  “Che le organizzazioni non profit svolgano un’attività “produttiva” pare ora scontato, ma fino pochi anni fa sembrava singolare (…) quanto alle fondazioni, il modello tradizionale era costituito da un patrimonio amministrato per uno scopo (…). L’intento principale della riforma è coordinare e modernizzare la “vecchia” legislazione speciale anche al fine di valorizzazione gli enti non profit e favorire il loro contributo alla vita sociale ed economica.  A tal fine il d. lgs. del 3 luglio 2017 introduce la nuova figura dell’Ente del terzo settore-ETS (..) che, se esercita impresa, “può” non “deve” assumere la veste di impresa sociale, regolata in un altro dei decreti di attuazione (…). L’assumere lo “status” di ETS e l’iscrizione nel registro unico nazionale, sono facoltativi: chi è insofferente di un regime recepito come troppo stretto se ne guarderà e comunque tutti pondereranno con cautela vantaggi, oneri e vincoli“ 
 

Articolo a cura di: 
Maria Vita De Giorgi

Culture matters

  • Pubblicato il: 22/01/2018 - 11:29
IN QUESTO NUMERO

L’ultimo censimento del Terzo Settore dell’ISTAT mette a fuoco piccole e grandi realtà che palesano una risorsa cresciuta per rispondere ai bisogni emergenti delle comunità, con giovani che “inventano un futuro ecosostenibile, un presente da condividere e strumenti per rigenerare spazi con un nuovo slancio culturale e una ricerca del senso più profondo della vita. Soprattutto al Sud che registra il più alto tasso di natalità delle iniziative, anche se Lombardia e Veneto restano le regioni con la presenza maggiore di istituzioni (…). E’ un fenomeno rilevante che crea occupazione qualificata, genera capacità manageriali, offre opportunità imprenditoriali, produce upgrading tecnologico”
 

Articolo a cura di: 
CS
Autore/i: 

Una risposta per l’alleanza tra pubblico e società civile: la Fondazione di partecipazione

  • Pubblicato il: 15/01/2018 - 00:01
NORMA(T)TIVA

Il dibattito sulle modalità di gestione dei beni culturali fa riemergere la necessità di un’alleanza tra pubblico e società civile. Le Fondazioni di partecipazione, alla luce anche delle novità offerte dalla Riforma del Terzo Settore, rievocano l’esperienza storica della costruzione delle grandi cattedrali in cui l’intera comunità era chiamata a dare un contributo per la valorizzazione dei territori, secondo  Marco D’Isanto–Dottore Commercialista,Esperto fiscalità del Terzo Settore, Stefano Consiglio–Prof. Ordinario di Organizzazione Aziendale - Università Federico II di Napoli, Agostino Riitano– Manager culturale,  che ci offrono una riflessione in tema “lo strumento può rivelarsi utile per consolidare esperienze di rifunzionalizzazione del patrimonio abbandonato in corso in tante aree del nostro Paese. Senza mitizzarne l’utilizzo”. La forma giuridica è strumento infatti di una strategia e sono diversi i casi nel Paese di Fondazioni  di partecipazione nella gestione di beni pubblici in  forte sofferenza, cadute sulle contrazione delle risorse pubbliche e “ostaggio”  della politica territoriale.

Articolo a cura di: 
Marco D’Isanto, Stefano Consiglio, Agostino Riitano

Faccia a Faccia sulla Riforma del Terzo Settore

  • Pubblicato il: 15/12/2017 - 00:02
NORMA(T)TIVA

A 4 mesi dal varo di una Riforma importante per il Paese (Decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117), Catterina Seia modera un faccia a faccia tra Gabriele Sepio, avvocato tributarista, a capo del Tavolo tecnico istituito presso il Ministero del Lavoro per la Riforma del Terzo Settore e socio fondatore dello studio legale ACTA, e Pietro Ferrari Bravo, responsabile Riforma Terzo Settore in Assifero, l’associazione che riunisce fondazioni ed enti filantropici, sulla nuova vita della Filantropia. Focus sulle Onlus interessate dall’entrata in vigore degli effetti della norma già dal primo gennaio 2018.

Articolo a cura di: 
Catterina Seia
Autore/i: 

Bande a parte: gli isolati del terzo settore

  • Pubblicato il: 15/12/2017 - 00:02
NORMA(T)TIVA

La riforma del Terzo Settore è un fenomeno ineludibile con cui gli operatori culturali devono giocoforza interfacciarsi. La tempestività dell’analisi può fare la differenza e il rischio, al contrario, è quello di trovarsi fuori tempo come i relitti della tecnologia fotografati da Jim Golden. Di essere uno StarTAC all’epoca degli smartphones 
 

Articolo a cura di: 
Franco Broccardi
Autore/i: 

Il “salto” possibile delle non profit culturali. Nel buio o di qualità?  

  • Pubblicato il: 15/12/2017 - 00:02
NORMA(T)TIVA

Le non profit culturali verso l’impresa sociale? Al dibattito sulla bontà o meno della riforma del Terzo Settore si sta progressivamente sostituendo una crescente messe di considerazioni sul che fare, a fronte di norme ormai operative anche se ancora carenti di importanti decreti attuativi. Sul versante delle organizzazioni culturali non profit ci chiediamo cosa potrà succedere, soprattutto per quelle che mirano a costruire modelli di gestione orientati alla sostenibilità, al fine di raggiungere obiettivi di utilità sociale e rilevanza pubblica.

Articolo a cura di: 
Francesco Mannino

La riforma del Terzo Settore letta da Stefano Zamagni

  • Pubblicato il: 27/07/2017 - 22:03
NORMA(T)TIVA

Al laboratorio sulla valutazione dell’impatto sociale organizzato da CSVnet e Aiccon, l’economista dà un giudizio positivo sulla legge: «Da oggi per fare il ‘bene’ gli italiani non devono più chiedere il permesso alle istituzioni» (da Vita.it)

Articolo a cura di: 
Vita.it

La prova del nove della nuova impresa sociale

  • Pubblicato il: 23/07/2017 - 12:22
NORMA(T)TIVA

Funzionerà il nuovo veicolo immaginato dal Governo? Leggendo il decreto nella sua stesura definitiva emerge chiaramente che l’attrattività si giocherà intorno a due macro fattori: la partecipazione dei beneficiari alle attività e la partecipazione all'amministrazione territoriale (da Vita, edizione online)

Articolo a cura di: 
Paolo Venturi e Flaviano Zandonai

Continua l’autoriforma delle fondazioni, assumono importanza le ripartizioni regionali

  • Pubblicato il: 16/02/2016 - 00:22
EDITORIALI

Le fondazioni di origine bancaria riformano la propria presenza ormai venticinquennale, avviando un sistema di rappresentanza territorialmente più omogeneo che si pone a metà strada tra le singole fondazioni e la associazione che le raccoglie, l’ACRI

Articolo a cura di: 
Giuliano Segre
Autore/i: 

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