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In che modo la nostra mente elabora l’esperienza estetica?

  • Pubblicato il: 30/09/2011 - 13:57
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Redazione
Ugo Morelli

Treviso. Allo spazio Bomben della Fondazione Benetton, ieri sera si sono incontrari lo psicologo Ugo Morelli – docente di psicologia del lavoro e dell’organizzazione all’Università di Bergamo e Presidente del Comitato Scientifico di STEP Scuola per il governo del territorio e del Paesaggio di tsm-trentino school of management – e Domenico Luciani, coordinatore del Comitato Scientifico della Fondazione, sul tema dell’elaborazione psicologica dell’esperienza estetica. A guidare la conversazione le pubblicazioni «Mente e paesaggio» (Bollati Boringhieri, 2011) e «Mente e bellezza. Arte, creatività e innovazione» (Allemandi con SusaCulture project, 2010), due volumi che presentano la ricerca di Morelli degli ultimi dieci anni e che intendono illustrare i fenomeni neurologici e psicologici che sottendono la capacità dell’uomo di vivere un’esperienza estetica.
In «Mente e paesaggio» scopriamo che la percezione umana dell’ambiente che ci circonda non dipende tanto dalle caratteristiche naturali del paesaggio, quanto piuttosto dalla possibilità dell’individuo di proiettare le proprie emozioni all’esterno, connettendo mondo interiore e mondo esteriore: «il paesaggio è sia dentro che fuori di noi e, mentre lo creiamo con la nostra immaginazione, a sua volta influenza i nostri stati d’animo, la qualità della nostra vita e la vivibilità nostra e della nostra specie».
Innovativa anche la ricerca sull’elaborazione estetica dell’opera d’arte che parte dalla descrizione della «tensione rinviante» quella necessità dell’uomo, una specie naturalmente creativa, di creare, riprodurre costantemente i mondi che abita generando l’inedito.
Temi centrali anche nella ricerca della Fondazione che, attraverso la collaborazione di comitati scientifici composti da studiosi ed esperti di tutto il mondo, indaga il governo e il disegno del paesaggio, «dei luoghi che ci stanno intorno e di quelli di ogni altra parte del mondo, in particolare in Europa e nel Mediterraneo, nello spirito della Convenzione Europea del Paesaggio, rivolgendo una particolare attenzione anche alle tematiche ambientali di più comune interesse».
Per questo ogni anno sono organizzati incontri, seminari, dibattiti pubblici e laboratori sperimentali sulla vita e la forma dei luoghi, tra cui il «Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino», istituito nel 1990 per mettere al centro dell’attenzione «un luogo particolarmente denso di natura e di memoria al quale viene rivolta una campagna di studi e pubblicazioni che ha il suo apice, il secondo sabato di maggio, con la consegna del sigillo disegnato da Carlo Scarpa, in una cerimonia pubblica al Teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso».
Dal 2007 la Fondazione sostiene anche il progetto «Luoghi di valore»: la raccolta di segnalazioni libere dei cittadini sui luoghi più amati della provincia di Treviso, per migliorare la partecipazione di tutti nella comprensione che il luogo che abitiamo è prima di tutto un paesaggio sociale.

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