Oltre «l'invisibile muro fra me e gli altri»
Briosco (MB). Immersa nel verde, tra le colline della Brianza, prende forma la Fondazione Rossini creata dal collezionista e imprenditore Alberto Rossini. Un parco di sculture che raccoglie opere di artisti tra i più significativi del secondo novecento, da Consagra a César, da Pomodoro, Melotti a Turcato per arrivare al lavoro di artisti dell’ultima generazione.
Opere contest specific che rivelano un profondo legame col territorio così come anche il padiglione espositivo realizzato dall’architetto americano James Wines, fondatore del gruppo ‘Site’ e pioniere della green architecture. Sintesi perfetta tra natura e artificio, lo spazio espositivo si fonde con l’ambiente circostante e fino al 16 ottobre 2011 ospita la mostra personale di Cesare Viel, Facciamo fluire via le nostre frasi curata da Francesca Guerisoli,narrazioni audio scritte e recitate dall'artista nel corso dell’ultimo decennio.
Con un linguaggio sempre in bilico tra scrittura, fotografia, video, audio e performance, alla Fondazione Pietro Rossini Cesare Viel presenta quattro installazioni audio di cui una inedita - Facciamo fluire via le nostre frasi, Aladino è stato catturato, Domande per il corpo, Giorno e notte – che creano, complice il parziale annientamento della percezione visiva, un nuovo spazio mentale, una fusione tra opera e fruitore e favorisce il dialogo con lo spazio circostante.
Ripescando nel suo inconscio ricordi sommersi, contaminato dalle antiche tradizioni, come quella del lavaggio dei panni presso i lavatoi, con rimandi alle sonorità delle ballate francesi, come la celebre «Le Tourbillon de la vie» cantata da Jeanne Moreau in Jules et Jim, Cesare Viel si interroga sulla percezione e la considerazione del corpo, come in Domande per il corpo dove recita le domande e le risposte realizzate per l'installazione composta da sette striscioni esposti in due vie centrali di Montesilvano e Genova, e sul tentativo di comunicare con il mondo, dove il ‘dentro e il fuori’, l’‘io e l’altro’ sono legati da una sottile linea di congiunzione.
Ma ad emergere nei lavori di Viel è soprattutto il desiderio di scuotere la coscienza del suo pubblico, provocandolo nelle sue reazioni più scontate. In Giorno e notte, un discorso a forma di singhiozzo dove l'audio consiste in tre tracce montate in post-produzione - la lettura del racconto, la ripetizione di «giorno e notte» e il ritmo delle dita che battono sul piano di una mensola - la ripetizione ritmica, insistente, maniacale di elementi testuali e sonori si trasforma in un'ossessione, un'irritazione, un piccolo demone, fisico-mentale, che ti lavora dentro senza sosta e che rappresenta il tentativo di abbattere le dicotomie, di comunicare con il mondo, di creare una relazione (e una reazione) tra chi produce e chi ascolta il suono, tra il dentro e il fuori, tra io e l’altro.
In occasione della mostra verrà realizzato un cd in 100 copie numerate e firmate dall'artista contenente i quattro progetti audio.
© Riproduzione riservata