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Viaggio in Italia. Sicilia, seconda tappa

  • Pubblicato il: 29/07/2011 - 11:23
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Laura Barreca
"I'm Here"

Farm Cultural Park è un progetto di riqualificazione del centro storico di Favara, in provincia di Agrigento. Un parco culturale e turistico contemporaneo che comprende gallerie d’arte e spazi espositivi temporanei e permanenti, un centro di architettura contemporanea, residenze per artisti, designer, architetti e curatori, una scuola di specializzazione in hotellerie d’avanguardia, un centro di grafica e web design, librerie d’arte, architettura e cultura contemporanea, alberghi d’avanguardia, day suite spa, rental space per congressi, feste, eventi, una ludoteca linguistica, dipartimenti educativi, spazi di ristoro innovativi, store di design e di fooc esclusivo e molto altro ancora.

Come e quando nasce Farm Cultural Park a Favara. Perchè un professionista come lei decide di operare in un territorio così lontano dal circuito istituzionalizzato dell'arte?
Farm Cultural Park apre i battenti appena un anno fa e lo scorso 24 e 25 Giugno abbiamo festeggiato il primo compleanno con due grandi eventi tra Butera e Favara.
In realtà Farm nasce dieci anni fa a Butera in una masseria del ‘700 riconvertita prima in albergo di charme ed oggi in residenza per artisti e villa privata in affitto.
Farm cultural Park è quindi la naturale evoluzione di un percorso di ospitalità e produzione e promozione di arte e cultura contemporanea.
La consapevolezza della necessità di fare qualcosa per il territorio nel quale si vive e si lavora e il desiderio di migliorare il contesto nel quale far crescere le nostre bambine, sono state due tra le motivazioni più importanti che hanno spinto me e mia moglie Florinda ad avviare questo ambizioso progetto.
Sono tra quelli che credono nella decentralizzazione dell’offerta della cultura e seppur consapevole dei maggiori sforzi necessari per affermare progetti periferici sono convinto che questo è necessario se vogliamo aprire il magnifico mondo del contemporaneo a pubblici più ampi di quelli tradizionali degli addetti ai lavori.
Milano, Roma e Torino sono già piene di White Cube. Ci vogliono progetti nuovi, idee e formule più libere ed innovative e vocate alla sperimentazione, scollegate dalle vecchie logiche di lobby dell’arte italiana.

Farm Cultural Park può essere definito un modello strategico alternativo che innesca un nuovo sviluppo territoriale. Dal momento d'inizio delle vostre attività come è cambiato il rapporto col territorio. E con le istituzioni pubbliche?
Farm Cultural Park è il primo Centro Culturale e Turistico Contemporaneo in Italia; siamo sicuri di questo primato perché abbiamo inventato noi questa nuova categoria di luoghi.
Spazi destinati alla cultura del contemporaneo e al turismo: arte, design e architettura in particolar modo si alternano a spazi ricreativi e destinati alla socializzazione e all’ospitalità turistica.
Nei quattro grandi eventi che abbiamo organizzato l’anno passato abbiamo avuto migliaia di visitatori, abbiamo riempito gli alberghi di Favara ed alcuni di Agrigento, abbiamo fatto lavorare le maestranza locali e promosso la città di Favara con la nuova identità di Città della Sperimentazione della Cultura del Contemporaneo.
Ci tengo a sottolineare che tutte le attività di Farm Cultural Park sono realizzate nelle casette e nei cortili del Centro Storico di Favara che stiamo man mano sottraendo alle macerie riportandole in vita con una nuova destinazione che rispetta il passato ma si nutre del presente e del futuro. Tutto questo in mezzo alla gente e con la gente del quartiere che continua ad abitare accanto alla project room, al corner Moet Chandon, alle installazioni d’arte o agli arredi di public design.

Le vostre attività sono pensate come un vero e proprio laboratorio sociale in cui la comunità di Favara viene coinvolta in diverse iniziative culturali, partecipando alla costruzione di opere pubbliche, lavorando a fianco degli artisti. In un contesto come quello siciliano "praticare" l'arte contemporanea può rappresentare una forma di riscatto sociale?
In quest’ultimo anno centinaia e centinai di artisti sono passati da Favara ed hanno interagito con il nostro progetto, arricchendo la nostra vita delle loro esperienze , della loro cultura della loro energia. Questo è stato ed è straordinario per me e per la mia famiglia, per tutto lo staff ed i Volontari di Farm Cultural Park ma anche per le nostre vecchiette vicine di casa dei Sette Cortili.

A quali progetti state lavorando per il futuro, e con quali risorse?
Lavoriamo a tantissime cose e ci vorrebbe una pagina intera per raccontarti cosa bolle in pentola; tutta l’estate compreso il mese di Settembre ed i primi di ottobre abbiamo Enjoy Contemporary Sicily una rassegna che invita a Favara i Protagonisti del Contemporaeno in Sicilia; in questa prima serie di inviti abbiamo già ospitato Bocs e ospiteremo ADI Sicilia, Rosanna Musumeci, Fondazione Brodbeck, Francesco Pantaleone, Scenario Pubblico, Fondazione Sambuca, lo studio di architettura NOWA e per concludere in bellezza il mitico Antonio Presti. A Settembre però abbiamo tantissime cose in giro per l’Italia, siamo al MAXXI di Roma per dare il premio speciale Farm nel concorso di Architettura Contemporanea Venice City Vision, siamo ancora a Roma la settimana successiva con Federculture, e tra metà e fine settembre siamo ospiti a Forlì del Romagna Creative District e a Lecce con Artlab di Fondazione Fitzcarraldo.
Speriamo di perdere presto questo triste primato, ma le risorse sono ancora totalmente private.

Un auspicio per l'arte contemporanea in Sicilia.
L’auspicio è quello di crescere nelle propria offerta ed anche e soprattutto nella fruizione delle persone. Come dicevo prima, la scommessa più importante per tutti gli operatori è quella di aprirsi e farsi capire ad un pubblico più vasto del solito club degli addetti ai lavori.
Inoltre aggiungerei per tutte le Organizzazioni e gli Operatori Siciliani che diventa sempre più importante connettersi, seppur nel rispetto delle proprie individualità e progettualità, senza troppi pregiudizi e con il rispetto per il lavoro che ognuno faticosamente fa a casa propria.

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L'intervista è a cura di Laura Barreca. Curatrice palermitana con formazione statunitense, vive tra Palermo e Roma.