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Venezia, accordo fatto per l'Arsenale

  • Pubblicato il: 11/02/2013 - 16:24
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Articolo a cura di: 
Lidia Panzeri
L'Arsenale di Venezia: le parti contrassegnate in rosso sono ora di proprietà del Comune

Venezia. Alla fine, dopo molti colpi di scena, che hanno infiammato un’estate già calda, il Comune di Venezia ha realizzato il suo obiettivo: quello di diventare proprietario per il 53 % della superficie complessiva dell’Arsenale (257mila su 478mila mq). Ma per quanto riguarda la superficie terrestre, con esclusione degli specchi d’acqua, la percentuale sale al 71%. La restante parte rimane di proprietà della Marina Militare. L’accordo è stato sottoscritto lo scorso 6 febbraio dal sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, e dal direttore dell’Agenzia del Demanio, Pier Giorgio Allegrotti.
Tutti soddisfatti, quindi: il Comune, che vede la possibilità di rendere accessibile ai cittadini quasi l’intera area; la Marina Militare, alla quale va il merito, a detta di tutti, di aver conservato quest’area, sottraendola a possibili speculazioni, e che vede, giustamente, riconosciuto il suo ruolo storico. A rilevarlo l’ammiraglio Maurizio Ertreo, che ha puntualizzato, anche, come la «questione Arsenale», abbia richiesto ben 15 anni per trovare una soluzione condivisa; infine le varie associazioni remiere che insistevano per la «restituzione» di questa zona alla città. Che poi in termini propri, restituzione non era, visto che fin dai tempi della Serenissima, passando per Napoleone, l’Austria e lo Stato Italiano, l'Arsenale è sempre stato di proprietà demaniale. Piuttosto cuore pulsante, questo sì, dell’attività economica della città e fattore di identità tra i più importanti: gli «arsenalotti», impiegati nell'Arsenale sin dall'XI secolo, sono stati protagonisti degli eventi storici della città, Risorgimento compreso.
Fatto l’accordo, sarà ora più agevole pianificare il futuro. Non si parte, però, da zero, anzi: l'Arsenale sud, come noto, con le Corderie, è la sede espositiva della Biennale, con l’acquisizione, ultima in ordine di tempo, della Sala delle armi. Non meno in evoluzione è l’area nord, dove molti dei capannoni «tese», che si affacciano sui bacini sono stati negli ultimi anni restaurati quali sedi di enti pubblici, come il Cnr o il Consorzio Venezia Nuova, oppure come spazi espositivi, tra i quali figura anche il recupero della torre di Porta Nuova.
Queste realizzazioni sono il frutto della capacità progettuale, resa possibile anche dalla costituzione, nel 2003, dell’Arsenale Spa, il 51% di proprietà del Demanio, il 49% del Comune di Venezia.
Sempre nella zona Nord hanno sede i cantieri per le riparazioni dei vaporetti dell’Actv (in fase di dismissione) e quelli del Consorzio Venezia Nuova relativi al Mose.
L’accordo del 6 febbraio permette di definire i nuovi obiettivi per lo sviluppo. Con un grande punto interrogativo: quello delle risorse per i restauri e per la manutenzione di un complesso così esteso. Che al momento, per ammissione dello stesso sindaco, sono assolutamente impossibili da quantificare.

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da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 11 febbraio 2013