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UniCredit consulente per l’Arte Contemporanea. Ad Artissima 2015

  • Pubblicato il: 15/12/2015 - 12:05
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OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Redazione

Abbiamo conversato con Domenico Filipponi, Art Advisor di UniCredit, azienda che quest’anno,  per la prima volta, ha portato un servizio di consulenza per l’arte in Artissima. Una consulenza gratuita, indipendente, aperta a tutti, senza distinzioni di portafoglio o maturità di collezionismo, che ha avuto buoni riscontri di adesione da parte delle gallerie e del pubblico. Gli abbiamo chiesto perché una Banca sposa l’Arte

Torino. Quest’anno UniCredit, main partner di Artissima, fiera di arte contemporanea  da 13 anni, lascia l’area di rappresentanza istituzionale della Vip Lounge per spostarsi nell’area di business delle Gallerie, con un nuovo progetto: un servizio di Art Advisory, totalmente gratuito, indipendente e a disposizione dell’ampio pubblico, senza limitazioni di portafoglio o confidenza con l’arte.
Lo stand è intimo, con due salottini dedicati ai colloqui riservati, divisi da un curioso separé di moduli di cartone. Una serie di Gabriele Basilico “il Teatro Carignano” dalla collezione corporate alle pareti.
Ne parliamo con Domenico Filipponi, Art Advisor di UniCredit, già 
General manager per Christie’s Italia e Responsabile pagine economiche del Giornale dell'Arte.

Quali sono i principali servizi che erogate come Art Advisory UniCredit?
Lavoriamo su clienti di alto standing, con la finalità di consolidare, incrementare e proteggere, dove già esistente, il loro patrimonio artistico, ovvero di contenere i rischi quando si affronta il mercato in un’ottica di diversificazione dei propri investimenti. In poche parole affianchiamo il cliente affinché le sue scelte non siano dettate solo da motivazioni di carattere estetico-emotivo, ma anche da considerazioni sul mercato e le sue dinamiche e lo seguiamo nella gestione del suo asset artistico con una consulenza attiva relativa a conservazione, custodia, trasporto, assicurazione, fiscalità, import-export ecc. Insomma in tutti quegli aspetti che sono fondamentali per formulare, consolidare e proteggere il valore di un’opera d’arte.
 
 
Come si trattano le acquisizioni di opere d’arte?
Ogni caso ha le sue specificità, che devono essere esaminate di volta in volta. A prescindere da artista, ambito collezionistico, periodo considerati, il fine che perseguiamo è di dare al cliente una “lettura” la più possibile chiara e oggettiva di un mercato che oggettivo e chiaro non è. Vogliamo mettere il cliente nella condizione di fare una scelta consapevole il più serenamente possibile. Insomma vogliamo lasciare al cliente tutto il piacere dell’acquisto, non entrando nel merito di motivazioni di carattere personale, che vogliamo rimangano tali. Ci prendiamo noi in carico tutti quegli aspetti che potremmo definire come “esterni” all’opera ma di importanza fondamentale per considerazioni sul “valore” e la tenuta dell’investimento. Una vera e propria “due diligence” con cui, preventivamente all’acquisto verifichiamo la qualità dell’opera: stato di conservazione, attribuzione, provenienza, archiviazione, bibliografia, “fortuna” commerciale, mercati di riferimento, anno di produzione, possibilità o meno per il bene di circolare liberamente al di fuori dei nostri confini, fiscalità ecc. Insomma tutti quegli aspetti che, se opportunamente valutati e verificati, contribuiscono notevolmente a contenere i rischi rendendo più sicuro l’investimento.
 
 
Quali sono i parametri di valutazione, gli indicatori del mercato dell’arte?
Negli anni sono stati messi a punto diversi indici, ciascuno con una propria metodologia, che esprimono in forma grafica l’andamento del mercato di un artista. Ritengo siano dei validi strumenti di lavoro, ma solo se utilizzati come tali senza prescindere dalla conoscenza pratica del mercato che l’art advisor sviluppa e consolida attraverso una frequentazione, un’osservazione e un confronto quotidiano con le dinamiche, i trend, gli andamenti , i protagonisti che generano e muovono il mercato dell’arte, una realtà mutevole, sfaccettata e complessa la cui  lettura non può essere ridotta ad un semplice grafico, risultato di una formula matematica o algoritmica.

 
Il mercato dell’arte cresce sempre?
Innanzitutto dobbiamo fare chiarezza su cosa intendiamo per mercato dell’arte. Nella sua accezione più ampia esso comprende così tante categorie, diverse le une dalle altre e con riscontri commerciali che possono anche essere opposti, che è impossibile fornire previsioni sull’andamento del mercato in generale, a volte anche all’interno di uno stesso ambito collezionistico. Facciamo l’esempio dei beni archeologici o “Antiquities”, come sono definiti in ambito internazionale.  E’ un mercato in crescita sui mercati esteri (New York e Londra in particolare) ma praticamente assente in Italia. Come rispondere quindi alla sua domanda?  L’unico approccio è analizzare i fattori che motivano andamenti così opposti e mettere in atto, ove possibile, le necessarie azioni per tutelare il valore e la tenuta dell’investimento.
 
 
Quali sono i maggiori problemi del mercato italiano?
Il più importante credo sia l’Iva che, non vorrei sbagliarmi, sia fra le più alte in Europa (22%). Una mancata armonizzazione dell’aliquota, almeno su base Europea, non fa che penalizzare i nostri operatori e il nostro mercato. Soprattutto per gli scambi di arte contemporanea, che può circolare liberamente visto che la nostra legge di tutela che regolamenta la circolazione dei Beni Culturali non si applica sulle opere che hanno meno di cinquanta anni. un'Iva così alta non fa che tradursi in un impoverimento del nostro mercato e della nostra scena artistica con una fuga, sia di galleristi che di artisti, verso Paesi  dove operare è più conveniente se non addirittura incentivante.
 
 
Esiste un “identikit” del collezionista?
Possiamo delineare due “tipi” di collezionista. Il primo come possiamo definire a fine carriera. Ha un’età avanzata. Ha collezionato in passato e oggi esprime necessità di una consulenza più mirata verso la gestione, la protezione, la dismissione o il trasferimento del patrimonio accumulato. C’è poi invece il collezionista ancora attivo (anche professionalmente), più giovane (40-50enne), che desidera affrontare il mercato anche in un ‘ottica di diversificazione degli investimenti. Negli ultimi anni sono molto aumentati i nostri interventi nei confronti di quest’ultima tipologia di cliente che tendenzialmente, per questioni legate all’età, al gusto o, se vogliamo, alla moda esprimono il loro maggior interesse nei confronti dell’arte contemporanea
 
 
Perché questo servizio interessa a una Banca?
La Banca si pone come interlocutore super partes su tanti fronti di consulenza di investimento. I Clienti hanno esigenze diversificate e noi vogliamo essere pronti a rispondere su più fronti. Inoltre UniCredit possiede una delle collezioni corporate più ampie d’Europa, quindi conosce perfettamente le tematiche del collezionismo e della gestione di beni artistici. La Banca ormai è un attore sociale, attivo nel mondo culturale, vicino a molte istituzioni d’arte internazionali.
 
 
Come è nata l’iniziativa di Art Advisory in Artissima?
Abbiamo accolto una proposta della Direttrice Sarah Cosulich Canarutto, che quest’anno ha promosso diverse novità all’interno della Fiera, come la mostra Inclinazioni con una selezione di opere dalle istituzioni culturali cittadine insieme a Fondazione Torino Musei.
 Ci  ha offerto la possibilità di aprirci a un mercato più ampio di quello dei nostri clienti Private. Si tratta di un mercato di potenziali collezionisti alle prime armi, e anche collezionisti esperti interessati ai giovani emergenti, più che all’investimento in quanto tale, agli appassionati e curiosi. Abbiamo potuto offrire un servizio di consulenza a tutto tondo, favorendo un avvicinamento al mondo dell’arte.
 
 
Come avete gestito il servizio?
Insieme allo staff di Artissima, abbiamo costruito due format-questionari: uno per le Gallerie, uno per i collezionisti, nei quali abbiamo chiesto alcune informazioni.
Alle gallerie abbiamo chiesto di inviarci liberamente alcune segnalazioni fino a 5 artisti, con indicazioni di range di valore. Da qui abbiamo costruito un database sul quale basare la nostra consulenza.
Ai collezionisti abbiamo chiesto di descrivere i loro interessi e gradimenti su artisti e opere. La mailing list utilizzata è la fusione di quella dei nostri clienti Private e dei collezionista di Artissima. All’interno della mail era inclusa l’offerta di appuntamento con segnalazione dell’orario. Da qui ci siamo costruiti l’agenda per i tre giorni di Fiera.
 
 
Com’è andata?
Per essere la prima edizione pilota, sono soddisfatto. Abbiamo riempito l’agenda di appuntamenti e incontrato persone di profili variegati che ci hanno molto arricchito. Le gallerie hanno risposto bene alla proposta di segnalazioni, in particolare quelle straniere. Ci hanno anche ringraziato per questa iniziativa che ha permesso loro di mettere ordine ai loro archivi. Ci confronteremo con la Direzione di Artissima per il prossimo anno.
 

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