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Per un nuovo capitalismo filantropico

  • Pubblicato il: 31/08/2012 - 13:39
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Catterina Seia

«La crisi finanziaria che ci cinge d'assedio e le politiche di austerità finalizzate a ridurre il fardello del debito pubblico su cui gioca a dadi la speculazione finanziaria mondiale, ci obbligano a scelte innovative per preservare il modello sociale europeo... che lasceremo alle prossime generazioni. Un passaggio cruciale che per certi versi ricorda le difficoltà affrontate dal capitalismo di fine Ottocento, quando esplosero le contraddizioni di accumulazione della ricchezza e le condizioni di vita dei lavoratori. Proprio allora la nascita del movimento cooperativistico  e del mutualismo furono le soluzioni innovative messe in campo per fronteggiare la crescita delle diseguaglianze sociali e l'Italia fu pioniera nella costruzione di questi strumenti» scrive Giovanna Melandri sulle colonne del Domenicale del Sole del 19 agosto.
Dalla visione all'azione. Dopo un anno di lavoro,  presenterà ufficialmente a Roma, il 9 ottobre dalle ore 15,30, presso l'Auditorium Enel «Uman», un'associazione che si trasformerà in fondazione  «non l'ennesima realtà come tante, il solito think thank». Obiettivo, dare una svolta alla filantropia del nostro Paese, per indirizzare risorse private verso imprese sociali e creative,  innovare con la finanza sociale, connettere la filantropia italiana con fondazioni e soggetti che nel mondo promuovono lo sviluppo umano.
La Melandri  è stata ispirata al progetto, da Jeff Skoll, il 47enne fondatore di eBay che, come altri padri dell'high-tech, ha creato una fondazione diventata riferimento per l'innovazione sociale. Ogni anno al suo World Forum di Oxford invita per un confronto  i più grandi filantropi del pianeta, del calibro di  Bill Gates, Warren Buffet e le attivissime fondazioni del Bric, che danno conto di un mondo che cambia velocemente: «è il riflesso buono, forse pentito, della crisi sociale, economica, ambientale e morale».  Sebbene la crisi finanziaria colpisca duramente i bilanci, all'estero grandi filantropi sono in prima linea nell'incoraggiare i cambiamenti dei modelli economici, sociali, finanziari e tecnologici.
Nel 2010 la Melandri ha partecipato, unica italiana, chiedendosi come sia  «Possibile che un Paese con la nostra storia di volontariato, di associazionismo civico, sia totalmente scollegato dal mondo della filantropia globale?». L'Italia è generosissima, ma rischia di non fare la differenza se non si dota di strumenti che ne aumentino il peso specifico.
Uman - nome con radice latina che suona bene in italiano e in inglese per dialogare a livello internazionale, dalla pronuncia "u", segue man - è la risposta, «gettare un ponte con le diverse realtà internazionali e promuovere, in senso ampio la cultura dell'innovazione sociale».
Se Jeff Skoll ha dato il calcio di inizio, il progetto ha aggregato un gruppo di prima classe. Paola Pierri, che è stata per anni amministratore delegato di Unidea, la fondazione di UniCredit con vocazione sociale, Roberto Galimberti, fondatore di Etnoteam, Marco Pinciroli e Claudio Giuliano venture capitalist di Innogest, i  trentenni italiani come Rodolfo Fracassi di  MainStreet che vivono a Londra, pentiti di «Goldman Sachs»  che gestiscono una società di consulenza sui fondi sociali. Uman non guarda alle risorse pubbliche e si muoverà inoltre per costituire un Donors Fund che abbia la dimensione sufficiente per sedere al tavolo della filantropia mondiale. Lavorerà, come ogni istituzione internazionale che si rispetti sul public-private partnership
«Oggi, a fronte delle distorsioni dei mercati finanziari, molti investitori ... stanno sperimentando, al fianco di grandi filantropi internazionali, nuove forme di finanza sociale volte alla creazione di valore sociale e sviluppo. Se la crisi di fine ottocento produsse lo Stato sociale e il mutualismo, quella odierna sta creando il desiderio di condividere valori tramite l'uso del denaro. Da tempo nei paesi anglosassoni e soprattutto nei Brics si esplorano le strade di questo "capitalismo filantropico", capace di innovare le strutture giuridiche e finanziarie al fine di canalizzare le risorse verso progetti orientati verso lo sviluppo umano, comunitario e locale» prosegue la Melandri nell'articolo del Sole. Uman si è dotata quindi  di competenze che provengono dalla finanza  e dal venture capital per promuovere in Italia gli strumenti più avanzati dell'impact investment, quella finanza che cerca impatti sociali dagli investimenti e non solo profitti, come Root Capital che investe in cooperative che producono caffè in Ruanda e debbono essere sostenibili. Una strada questa ispirata dalla Rockefeller Foundation,  che a Ny  ha lanciato Global Impact Investment Network, una rete di fondi, oggi oltre 400, con  rendimenti inferiori al mercato per finanziare il sociale con «con l'obiettivo di cambiare  almeno un pò la finanza» come dice la sua Presidente Judith Rodin.
L'advisory board ha attratto le teste dell'innovazione sociale a livello internazionale tra i quali il sociologo Aldo Bonomi, l'economista Stefano Zamagni, il Ministro Andrea Riccardi, lo statista Giuliano Amato,  il nobel per la pace Muhammed Yunus, l’ economista Jacques Attali che nel suo Paese ha creato Planet France, il Presidente del Convention People’s Party in Ghana, Samia Nkrumah, il giurista John Podesta, il Direttrice del Centro Skoll per Imprenditorialità Sociale Pamela Hatigan, il filosofo Sebastiano Maffettoni e lo studioso indiano Bunker Roi. E prima della partenza ufficiale già un grande risultato con un grande  di empowerment al femminile.
Proprio  l'indiano Bunker Roi, è stato messo in contatto con Enel Green Power, per l'estensione del modello dei Barefoot College, le università a piedi scalzi frequentate dalle «nonne» delle comunità più povere dei villaggi più remoti. Nate in  Rajastan, si sono moltiplicate in Africa e coinvolgono decine di donne dal mondo che parlano lingue diverse.  Il progetto prevede la donazione da parte dei  filantropi di un impianto a pannello solare,  sei mesi di formazione  delle «mamme solari», che ritornano a casa portando  luce nei propri villaggi, ma soprattutto in grado di gestirlo ed aggiustarlo. Con Enel Green Power le nonne oggi sono operative  in quattro paesi del Sud America.«Le imprese sociali europee occupano 11 milioni di persone. Il Presidente Barroso per il bilancio UE 2014-2020 ha inserito una  nuova linea di strumenti su questo tema», dice la Melandri.
«Ciò che definiamo Social Business, Social Investment, Social Innovation è al centro della ricostruzione dell'Unione Europea».


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