Trieste, mancano i soldi: stop alle mostre e incentivi ai tesori «in casa»
Trieste. La parola d’ordine dei responsabili culturali della città, dove mancano i soldi per le mostre, centinaia di migliaia di euro all’anno, è «Valorizzare i nostri beni culturali, quelli che abbiamo in casa», concentrando gli scarsi mezzi finanziari pubblici, tagliati del 25%, su musei, biblioteche, strutture culturali. Facendole «rinascere» da un lungo torpore. Occorreaccorpare i prezzi dei biglietti e ridurre «in modo intelligente e più europeo» gli orari d’apertura sia delle biblioteche e altri luoghi d’arte e cultura, sia dei musei cittadini a rischio chiusura per mancanza di personale. Stop alle grandi mostre dunque, in tempi di spending review: via quelle da allestire, con costi oggi insopportabili, e tutte le altre da organizzare e «offerte» dal mercato internazionale. Concentrarsi sul consolidamento e su una nuova politica dei propri beni artistici è dunque la linea strategica nel settore cultura intrapresa dal Comune di Trieste per il 2013. Il taglio del 25%, afferma il sindaco Roberto Cosolini, è rapportato ai 6 milioni e133mila euro assegnati dal bilancio comunale 2012. Si profila per il 2013, ancora i numeri non sono esatti, un alleggerimento di un milione e mezzo di euro. Negli uffici comunali si lavora dunque alla nuova programmazione e alle inedite strategie da attuare affinché i piani per rilanciare e far rivivere «l’arte di casa propria», la vera sconosciuta non solo di Trieste ma di molte città e luoghi del Paese, possa diventare un progetto davvero rivoluzionario: per conoscere quello che, abbandonato, vive a due passi da casa. Si studiano biglietti cumulativi per i weekend per invogliare i turisti e l’ingresso gratuito nei musei per i triestini, una volta al mese. Ci sono purtroppo progetti importanti che dovranno rimanere nel cassetto: tra questi l’apertura di parte del piano superiore del Museo di Storia Naturale, necessaria la sistemazione di dieci sale e mancano 500mila euro.