Torino è la number ONE
Torino. Non è solo una fiera tanto che, talvolta, la sua anima commerciale passa in secondo piano. È attesa, discussa, chiacchierata. È l’evento più bramato dell’anno dal mondo dell’arte in Piemonte, ma non solo; intorno ad essa la città – sotto la quasi certa pioggia di novembre - vibra di eccitanti fervori tra opening, vernissage, dj-set, mostre ufficiali, indipendenti e anche abusive.
Il segreto del suo successo sta nel fatto che alla base del suo concept c’è essenzialmente la qualità e la volontà di contribuire allo sviluppo della cultura del contemporaneo in Piemonte, asset strategico sul quale la Regione punta ancora moltissimo e sul quale è riuscito a costruire, nel tempo, una nuova identità.
Ecco perché Artissima (da venerdì 8 a domenica 10 novembre 2013 con preview il 7 novembre) nonostante i suoi 20 anni non delude mai e anche quest’anno, diretta per la seconda volta da Sarah Cosulich Canarutto, che ha raccolto eccellentemente le redini dopo l’era Manacorda, si presenta ancora più ricca di novità all’Oval al Lingotto, in e out.
Curata da Artissima srl, società strumentale della Fondazione Torino Musei, l’edizione 2013 ospiterà 190 gallerie (130 straniere e 60 italiane), provenienti da 38 diversi paesi, di cui 12 nuovi rispetto alla scorsa edizione, articolate nelle ormai collaudate 5 sezioni: Main section, che accoglie le gallerie più rappresentative del panorama artistico mondiale; New Entries, riservata alle giovani gallerie, con meno di cinque anni; Present Future dedicata ai talenti emergenti invitati da un team di curatori internazionali e presentati dalle loro gallerie di riferimento; Back to the Future, dedicata alle sperimentazioni più nuove; Art Editions, inaugurata lo scorso anno e dedicata alle edizioni d’arte a livello internazionale.
Inoltre all’Oval, viene riproposto come lo scorso anno, lo spazio Con/TEXT, per vivere la fiera come momento di incontro e scambio di riflessioni, Walkie Talkies, il programma di visite guidate che quest’anno vedrà una serie di conversazioni informali lungo gli spazi della fiera; Art Talks/ Meeting Point, l’area riservata alla presentazione di progetti e a conversazioni e dibattiti; infine Musei in mostra, ovvero la presenza forse unica, all’interno di una fiera, dei principali musei e istituzioni culturali del Piemonte, invitati a esporre un’opera e che con Zonarte, il network che riunisce i rispettivi Dipartimenti Educazione, daranno vita a workshop, laboratori, incontri, tavoli di confronto aperti a giovani, famiglie, operatori culturali e, perché no, a chi solitamente ad Artissima va per comprare.
Una presenza rivoluzionaria che ribadisce l’importanza imprescindibile – al di là del mercato, dell’economia, della speculazione che sovente caratterizza il sistema dell’arte contemporanea – del museo e dell’arte come produttori di pensiero e di valori fondamentali che, anche se difficilmente misurabili quantitativamente, concorrono alla crescita dell’individuo e della collettività.
Ecco allora che Artissima esce fuori dai suoi confini e va ad abitare la città dando vita ad una serie di progetti espositivi in collaborazione con le maggiori istituzioni d’arte contemporanea cittadine.
Si tratta di ONE TORINO (inaugurazione il 6 novembre, fino al 12 gennaio 2014), che in tempi di crisi e con qualche defiance alle spalle ribadisce con forza il ruolo del capoluogo piemontese di «capitale del contemporaneo».
Sette affermati curatori internazionali attraverso cinque mostre collettive, con la partecipazione di oltre 50 artisti, affermati o emergenti, danno vita a un percorso espositivo che si snoda tra Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Merz e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, cui si aggiunge un progetto speciale nell’antico Palazzo Cavour, dall’anima barocca e dalla vocazione, per l’occasione, tutta contemporanea.
A coloro che avevano dato per conclusa la felice stagione di Torino «produttrice d’arte e di cultura contemporanea», la città risponde confermando i suoi punti di forza - coesione e visionarietà nel fare rete – e, complici le «Luci d’artista», appare più luminosa che mai.
Che le altre stelle non restino a guardare.
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