Quando il patrimonio storico si rivitalizza con la contemporaneità
Bergamo. Dal maggio 2011 i matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo ospitano il ciclo espositivo sulla contemporaneità «Ogni cosa a suo tempo» a cura di Stefano Raimondi, Paola Tognon e Mauro Zanchi.
Il progetto, suddiviso in tre atti per un totale di sei artisti coinvolti, è promosso dalla Fondazione MIA - Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo, istituita nel 1265 e attiva ancora oggi per la tutela e la valorizzazione della Basilica, con la volontà di rivitalizzare, attraverso lavori site specific di artisti contemporanei, il cantiere della Basilica, istaurando un rapporto dialettico e iconografico tra antico e contemporaneo mediante un processo di interpretazione e restituzione dell'attualità.
Dopo Adrian Paci e Andrea Kvas (14 maggio – 19 giugno 2011), Daniel Knorr e Riccardo Beretta (16 luglio – 21 agosto), il 24 settembre saranno inaugurati i lavori dello statunitense David Adamo e dell'italiano Ettore Favini, che rimarranno esposti al pubblico fino al 6 novembre 2011.
Adamo, un artista che crea installazioni dall’equilibrio delicatissimo a partire da oggetti di uso comune, realizzerà a Santa Maria Maggiore sculture lignee a partire da altissimi tronchi di cedro appositamente selezionati.
Di Favini, invece, si osserveranno due opere incentrate sulla metafora della tessitura: «quando ho visitato i matronei della Basilica sono restato colpito dall'atmosfera che quegli ambienti emanano: si sente il deposito del tempo, come polvere sulle pagine di un libro. Vorrei che le mie opere consegnassero questa suggestione: qualche cosa che avvolge qualcos'altro, ma in modo dolce e caldo. Ho pensato così alla tessitura, metafora della nostra vita, e in particolare all'ordito, quasi un rituale, un'azione difficile e complessa che segna l'inizio di qualcosa di nuovo. Su di esso lavora la trama».
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