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Pubblico e privato insieme per re-inventare la cultura a Cagliari

  • Pubblicato il: 22/11/2012 - 23:43
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Cecilia Conti
Enrica Puggioni

Cagliari. Enrica Puggioni, Assessore alla Cultura, Spettacolo, Sport e Pubblica Istruzione del Comune di Cagliari, parla del Piano Comunale per le Politiche Culturali della città e descrive presupposti teorici e valori, obiettivi e strategie di una visione che pone la cultura al centro di un percorso di sviluppo territoriale.
Tale concetto viene sovente ribadito, ma pochi e deboli sono stati fino ad ora i tentativi di darsi alcune fondamentali priorità per affrontare, a livello nazionale e locale, una quanto mai urgente fase di rinnovamento. La cultura come motore di crescita economica e sociale rimane un’idea che raramente trova riscontro in proposte concrete.
La politica culturale del capoluogo sardo parte dall’idea di creare un sistema di relazioni orizzontali, che dal tessuto cittadino si allarghi ad una vasta area, e di coinvolgere in questo progetto gli operatori e le istituzioni culturali, le organizzazioni attive nell’ambito del volontariato e della cooperazione sociale, il tessuto imprenditoriale, gli istituti di formazione, la comunità in ogni sua componente. Essa considera il valore della partecipazione ad esperienze culturali determinante per l’aumento della qualità della vita e per il benessere individuale e collettivo, per l’inclusione sociale e la lotta alla dispersione scolastica. Infine, pone l’accento sul ruolo strategico delle industrie creative per la competitività dell’intero sistema economico, senza dimenticare l’importanza che l’innalzamento della qualità culturale e la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del territorio, fatto di tradizioni, di saperi locali, di paesaggi, di espressioni artistiche e artigianali, ha sulla capacità attrattiva dei luoghi, in un’ottica non solo turistica.
Il percorso con cui si seguono tali priorità è basato sulla convinzione che «per portare avanti le politiche culturali è necessario un costante confronto con il territorio e un ascolto delle esigenze e potenzialità, al fine di istituzionalizzare un dialogo costruttivo con il privato. Il nuovo partenariato pubblico e privato (PPP) deve poter coniugare un interesse pubblico (utilità sociale) con un interesse privato, sia esso profit o non profit. Quest’ultimo deve essere posto nelle condizioni di fornire le proprie capacità progettuali, manageriali, commerciali e innovative nella progettazione, gestione e finanziamento dei beni e delle attività culturali. Il settore pubblico, seguendo una logica di equa attribuzione dei rischi, deve efficacemente presidiare i rischi relativi all’attività di tutela e di conservazione, di controllo e di eventuale deperimento dei beni».

Come indicato sul Piano Comunale, gli obiettivi generalidella politica culturale sono:
Reinventare la città su base culturale, per fare di Cagliari un grande laboratorio urbano di
sperimentazione e di ibridazione dei linguaggi dell'arte, della scienza e della tecnologia, un punto di snodo per itinerari culturali, capaci di sostituire alla mera fruizione il concetto di partecipazione e coinvolgimento attivo della cittadinanza; interpretare cioè la cultura nel suo senso più profondo, ovvero come relazione e scambio continuo.
Innalzare e incentivare costantemente la qualità artistica e gestionale, partendo dalla valorizzazione delle grandi risorse umane presenti e promuovendo un’offerta diversificata, pluralistica e sinergica.
Mettere in rete il patrimonio culturale, le biblioteche, le esperienze artistiche, i luoghi anche extra-urbani, gli operatori culturali e quelli economici, il pubblico e il privato.
«Valorizzando ogni territorio, con particolare attenzione per quelli finora marginali, vogliamo fare della cultura un volano economico, coinvolgendo le diverse imprenditorialità e ponendo le basi per la realizzazione di un distretto culturale».

Il Comune di Cagliari ci prova e lo fa, in particolare, immaginando una nuova geografia sociale e culturale, composta da tanti centridi attrazione e irradiazione delle energie creative e artistiche, ciascuno con una propria specializzazione tematica, dalle arti visive a quelle performative, dall’architettura al design, alla letteratura.
«Re-inventare la città su base culturale non vuol dire programmazione aprioristica di contenuti calati dall'alto, ma strategia di sviluppo che parta da una mappatura, valorizzazione e, appunto, re-invenzione delle istituzioni culturali. Significa, infine, disegnare una città policentrica, grazie a un investimento culturale omogeneo, e non accentrato su singole porzioni di territorio slegate tra loro».
L’Amministrazione coinvolge già nella fase progettuale il soggetto privato e manifesta il proprio interesse a  ricevere proposte per la gestione dei seguenti Centri Culturali:
• Centro Comunale d'Arte e Cultura il Ghetto
• Centro Comunale d'Arte e Cultura il Lazzaretto
• Centro Comunale d'Arte Cultura Exmà
• Centro Comunale d'Arte e Cultura Castello di San Michele
• Centro Comunale d'Arte e Cultura Villa Muscas
Nel rispetto delle linee guida sulla finanza di progetto, per tali strutture viene sperimentata una procedura a doppia gara con due fasi principali: la prima, ora in corso (in scadenza al 30 novembre 2012) prevede un concorso di idee per uno studio di fattibilità economica e gestionale dei suddetti spazi; la seconda mette a bando lo studio di fattibilità vincitore come progetto preliminare di gestione di quello spazio.
In attesa di conoscere i risultati di tale procedura, si auspica che il ricorso a forme di PPP possa apportare vantaggi al settore dei beni e delle attività culturali, facendo confluire risorse e competenze pubbliche e private all’interno di una stessa iniziativa e portando alla maturazione di una cultura della partnership quale modalità di sviluppo delle politiche pubbliche.

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