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A proposito di Carla

  • Pubblicato il: 27/04/2012 - 16:35
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Santa Nastro
Un'opera di Carla Accardi

Per chi non ci è ancora andato, sarà meglio che si organizzi l’agenda. Non solo perché trascorrendo un week end a Catania avrà modo di godere delle ancora non torride atmosfere siciliane e di una delle più straordinarie vie del barocco europeo, ma anche perché avrà l’opportunità di visitare (prima che sopraggiunga la chiusura in giugno) la mostra di Carla Accardi, una delle più importanti signore dell’arte italiana. Con la collaborazione dell’artista e la curatela di Luca Massimo Barbero, la Fondazione Puglisi Cosentino, nota per il suo impegno nell’arte, a spasso tra epoche storiche, tra antico e moderno, fino ai nostri giorni, e per lo splendido Palazzo Valle opera del Vaccarini, in cui trova sede, diventa dimora della mostra personale Segno e trasparenza. Il titolo, non c’è che dire, è azzeccatissimo, essendo questi i due poli opposti della ricerca che ha segnato tutta la carriera artistica, longeva e prolifica, della Accardi. Una carriera che viene qui ripercorsa attraverso le tele dei primi anni ’50 e ripresa nelle opere più tarde in cui il segno si interfaccia con la bicromia, con la relazione tra positivo e negativo, resa possibile attraverso il confronto tra due termini neutri: vale a dire, il bianco e il nero. La mostra contrappone queste opere a quelle della installazione Casa – Labirinto datata 1999 – 2000 che ripropongono lo schema in maniera tridimensionale e giocando sulle trasparenze del plexiglas. Non mancano le serie dei Rotoli, dei Coni in maiolica, né opere come Cilindrocono e Paravento, per una inchiesta che culmina con le tele realizzate per la sala della Biennale di Venezia nel 1988 e con Pasos de Pasaye (2007) dove avviene la fusione tra pittura e architettura. La decorazione della tradizione siciliana si fonde qui, infatti, sulle note della musica di Gianna Nannini, che interviene, fornendo all’opera una ulteriore dimensione, con l’utilizzo di un materiale come il gres e la tensione delle forme dell’Accardi. E se proprio non ce la fate a trovare un minuto entro giugno, non vi preoccupate: grazie ad una collaborazione con l’artista la fondazione ospiterà per un anno alcune delle sue opere più importanti, allestite da Barbero, più due inediti. Allora, Catania la vale una visita estiva o no?

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