Parte il secondo censimento delle istituzioni non profit
Roma. Approvato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Piano Generale del 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi e Censimento delle istituzioni non profit, con dati riferiti al 31 dicembre 2011. Fino a ora, i dati più recenti sul mondo delle fondazioni risalivano alla prima rilevazione svolta da Istat nel 2006-2007 su dati del 2005, mentre per quanto riguarda tutto il terzo settore si faceva riferimento, oltre al primo censimento del 1999, al primo rapporto Cnel/Istat sull’economia sociale, che raccoglieva in un unico volume i risultati della produzione statistica sul settore. Ora, con il secondo censimento, sarà possibile per tutti gli operatori disporre di fonti istituzionali aggiornate.
La definizione statistica di istituzione non profit adottata dall’Istat è quella di «unità giuridico-economica dotata o meno di personalità giuridica, di natura privata, che produce beni e servizi destinabili o non destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, non ha facoltà di distribuire, anche indirettamente, profitti o altri guadagni, diversi dalla remunerazione del lavoro prestato, ai soggetti che la hanno istituita o ai soci», secondo il System of National Accounts (Sna 1993 e Sna 2008).
Il campo di osservazione sarà quindi costituito dalle associazioni riconosciute e non, dai comitati, dalle fondazioni, dalle cooperative sociali, organizzazioni di volontariato e non governative, istituzioni di formazione e ricerca, le istituzioni sanitarie, gli enti ecclesiastici.
Nel primo censimento le istituzioni non profit erano 221mila, con 532mila dipendenti e 3,2 milioni di volontari. Ora la lista precensuaria, nata dall’integrazione di fonti amministrative e statistiche generali e settoriali (importanti i dati emersi dall’archivio EAS), consta di 435mila realtà ma questo numero potrebbe ridursi anche di un terzo, così come è avvenuto nel 2001. L’integrazione di diverse fonti dovrebbe permettere di individuare le unità fuori campo di osservazione e validare, in base ai risultati del censimento, le regole per la formazione di un registro statistico delle istituzioni non profit a partire da fonti amministrative, come quello per le imprese.
Guardando ai contenuti, il questionario si articolerà in quattro aree, inerenti le caratteristiche strutturali, tese a indagare l’assetto istituzionale e la struttura organizzativa; le attività svolte, i servizi erogati e gli utenti serviti, le reti di relazione e collaborazione con gli altri attori del sistema economico, l’ambito territoriale di azione, le forme di comunicazione e di raccolta fondi; la natura pubblica o privata delle risorse economiche, le possibili forme di autofinanziamento attraverso la vendita di beni e/o servizi al mercato, l’orientamento mutualistico o solidaristico; le risorse umane, ovvero la descrizione delle tipologie contrattuali e delle figure professionali oltre che dei volontari.
A questo proposito ricordiamo che nello scorso marzo, Istat e Cnel hanno presentato lo studio La valorizzazione economica del lavoro volontario nel settore non profit, mentre a settembre la Commissione europea, in una comunicazione sulle politiche dell’Unione Europea e il volontariato, ha invitato i Paesi membri a promuovere e attuare azioni di misurazione del contributo dei volontari e delle organizzazioni non profit, avvalendosi delle indicazioni del Manual on the measurement of volunteer work (ILO, 2011) e dell’Handbook on Non-Profit Institutions in the System of National Accounts(Nazioni Unite, 2001).
La rilevazione sarà svolta dalle Camere di Commercio con tecniche di autocompilazione o intervista diretta e di restituzione multicanale dei questionari da parte delle unità di rilevazione. Inizialmente annunciata per il mese di maggio, partirà nel mese di settembre.
Il Piano di diffusione e il rilascio dei dati, annunciati l’uno entro il prossimo ottobre e l’altro per marzo 2013, sarà ora ricalendarizzato.
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