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Paraloup coltiva il sogno di rinascita delle terre alte

  • Pubblicato il: 26/07/2013 - 21:10
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Articolo a cura di: 
Erica Giusta

Rittana (Cuneo). Prosegue il processo di recupero e rivitalizzazione della borgata simbolo della lotta partigiana, adagiata sul crinale tra la valle Stura e la valle Grana, ora facilmente individuabile e raggiungibile a differenza di settant’anni fa quando il gruppo guidato da Livio Bianco e Duccio Galimberti vi trovò sicuro rifugio. Dopo gli edifici destinati al racconto e alla memoria storica, sono stati inaugurati sabato quelli riservati all’accoglienza turistica, restaurati secondo i principi di sostenibilità, reversibilità e valorizzazione dell’architettura tradizionale alpina che hanno guidato gli architetti Giovanni Barberis, Dario Castellino, Valeria Cottino e Daniele Regis in ogni fase dell’ambizioso intervento. Tecnologiche scatole di legno calate all’interno delle rovine con rispettoso distacco fanno rivivere «un pezzo di montagna come testimone fisico di una memoria non ossificata, offrendolo come spazio attrezzato in cui favorire l’incontro, la rielaborazione collettiva, la conoscenza del passato ma anche del presente. Non sarebbe giusto limitare il messaggio che Paraloup è in grado di comunicare, con le sue case e le sue pietre, i suoi sentieri e i suoi pascoli, ai soli venti mesi di attività partigiana. Recuperare Paraloup significa anche farne un luogo di conoscenza (e riconoscenza) di intere generazioni montanare», dichiara Marco Revelli, presidente della Fondazione Nuto Revelli che ha promosso e sostenuto l’intervento. Il piccolo ristorante - con un grande panorama - e le due baite attrezzate con letti a castello - d’altronde qui l’accoglienza non può che essere sobria e un po’ spartana – aggiunti agli spazi per mostre e conferenze avvicinano sempre più la concretizzazione del sogno di riportare la vita nelle cosiddette terre alte, salvaguardandone il patrimonio culturale e architettonico. Sul sito www.paraloup.it è possibile avere maggiori informazioni e contribuire con donazioni alle spese per attrezzature, forniture e arredi, aiutando così ad avviare il processo di autosostentamento economico che la micro impresa Paraloup dovrebbe raggiungere presto.

da Il Giornale dell'Architettura, edizione online, 22 giugno 2013