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Museum: Vision 2026

  • Pubblicato il: 14/06/2016 - 19:29
Autore/i: 
Rubrica: 
MUSEO QUO VADIS?
Articolo a cura di: 
Patrizia Asproni

MUSEUM: VISION 2026 è un workshop, una piattaforma che apre una finestra sul futuro di ciò che accadrà alle esperienze museali e come queste influiranno direttamente sulle componenti sociali ed economiche della società, in un contesto di profonde mutazioni, sovvertimento dei concetti di arte e scienza e quarta rivoluzione industriale. La Fondazione Torino Musei sta seguendo e monitorando questi cambiamenti, e - in collaborazione con Singularity University Génève - propone una conferenza  dedicata all'analisi degli scenari esistenti e la visione del futuro nei prossimi dieci anni

"Anche se il futuro sembra lontano, in realtà comincia proprio adesso"  (Mattie JT Stepanek - Poeta- anni 13) 
Il Futuro è alle porte. Quello dei musei, e la discussione intorno ad esso, sbarca a Torino proprio questa settimana, con “Museum: Vision 2026”, il workshop internazionale nato dalla collaborazione tra la Silicon Valley e Torino, la Fondazione Torino Musei e la Singularity University, nella sua "chapter"di Ginevra, che si svolgerà a Palazzo Madama il 16 e 17 giugno. 
Sarà l’occasione per interrogarsi (e provare a rispondere) sul ruolo delle istituzioni museali del futuro, proiettando lo sguardo ad un decennio da qui e il confronto oltre la ormai consumata relazione tra tutela/conservazione e valorizzazione/fruizione che ancora occupa buona parte del dibattito italiano ed è invece ampiamente superata sul versante internazionale. A testimoniarlo, esperienze di cui abbiamo già accennato come quelle dei “musei del futuro” che nascono da una parte all’altra del globo e – soprattutto – crescono in una prospettiva rivoluzionaria: quella dell’integrazione, meglio, della rilettura dei beni naturali e delle ecologia come beni (e valori) culturali, della biodiversità come ricchezza da tutelare e promuovere, del paesaggio come infrastruttura, dell'innovazione come risorsa per la crescita.
Intorno a questi temi è organizzata, per esempio, l’offerta del Museo del Domani di Rio de Janeiro, mentre affacciato su un altro oceano il Museo del Futuro di Dubai, appena inaugurato, celebra (ma non solo) l’innovazione e il design futuristico, la tecnologia e la creatività proponendo se stesso come luogo aperto di creazione e scambio della conoscenza, oltre e molto più che della sua custodia. E l’obiettivo non è astratto, tutt’altro: è di avere un ruolo, in quanto museo, nelle rivoluzioni tecniche e tecnologiche, piuttosto che inseguirle, offrendosi come “casa” per i portatori di idee.

È il segno di un cambiamento epocale che non è possibile ignorare, e che assegna ai musei un ruolo dinamico e ne accentua la dimensione di laboratori, in cui il passato abbandona le teche dell’immobilità per diventare elemento di contaminazione con il presente e strumento di interpretazione dei possibili scenari futuri. Là dove è custodita e raccontata la storia dell’umanità, è anche la chiave per la costruzione del futuro. 

da La Repubblica Torino del 13 giugno 2016