Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Leggere con LIA - Libri Italiani Accessibili: più facile a farsi che a dirsi

  • Pubblicato il: 02/05/2014 - 17:23
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Redazione

LIA - Libri Italiani Accessibili è un servizio per facilitare l’accesso alla lettura per non vedenti e ipovedenti, ma prima ancora è un cambiamento culturale nel modo di affrontare il tema dell'accessibilità. Fino a oggi, infatti, i libri erano resi accessibili da strutture specializzate, che producevano versioni ad hoc su richiesta dei singoli utenti, spesso con costi elevati e ridotta efficienza. Con LIA la produzione di file accessibili si sposta a monte e si integra nei normali flussi produttivi e distributivi editoriali. Il lettore non vedente non deve più, quindi, individuare il libro desiderato, acquistarlo, richiedere la produzione di una versione accessibile e attendere che tale versione sia realizzata e consegnata. Può, invece, accedere direttamente alle versioni accessibili nei modi e nei tempi di qualsiasi altro lettore, conoscendone ex ante le caratteristiche.
LIA è nata grazie a un progetto iniziato nel gennaio 2011 a cura dell’ AIE - Associazione Italiana Editori (www.progettolia.it),che si è aggiudicata un bando del Ministero per i beni e le attività culturali che, per la prima volta, stabiliva che i finanziamenti in favore dell’editoria per ipovedenti e non vedenti potessero essere  destinati a un’iniziativa di sistema. Il progetto ha consentito di sviluppare e lanciare la piattaforma LIA, in linea dal giugno 2013.
L’obiettivo era di includere i 362 mila non vedenti e gli 1,5 milioni di ipovedenti italiani nelle dinamiche del mercato editoriale, con un’attenzione particolare a narrativa e saggistica. Per raggiungere tale obiettivo lavorare sul digitale è stato essenziale.
Informazioni ancora più iportanti se analizzate alla luce dei dati Ofcom. Nel report 2013, sui consumi dei disabili in Inghilterra (Disabled consumers’ ownership of communications serviceA consumer experience), proprio nella sezione specifica sui consumi e le abitudini dei disabili visivi ha evidenziato che le nuove tecnologie sono molto diffuse tra i non vedenti e gli ipovedenti, con tassi di penetrazione più elevati che nel resto della popolazione. A questo si aggiunge un’informazione ancora più significativa di un’indagine realizzata da LIA secondo cui le persone cieche leggono tre volte di più dei vedenti.
Oggi questi forti lettori possono raggiungere le stesse informazioni che gli altri lettori hanno a disposizione sulle librerie elettroniche, grazie al portale LIA (www.libriitalianiaccessibili.it), pienamente accessibile, e da lì scegliere autonomamente i libri  selezionare la libreria preferita e acquistare ciò che hanno scelto. Hanno la possibilità di rivolgersi alla loro biblioteca di riferimento e accedere al file sulla base delle medesime licenze gestite per gli utenti normodotati.

Questa semplicità per l’utente richiede, in realtà, la gestione di molte complessità. Il livello di accessibilità di un libro è, infatti, il frutto della complessa interazione tra tutti gli attori della filiera. Non è sufficiente che un ebook sia accessibile, il lettore non vedente può essere in difficoltà a causa del software di lettura, o del dispositivo, o può non riuscire ad acquistare il libro perché non è accessibile la piattaforma di vendita, o anche solo il sistema di pagamento online.
LIA ha trovato le soluzioni a tutte queste criticità. Le parole chiave del successo: digitale e interoperabilità. Il primo, senza la seconda, non consente di raggiungere una reale pari opportunità, ma confina i non vedenti in un recinto di servizi specifici e quindi limitati. Interoperabilità, a sua volta, significa standard: di formato e di descrizione. E standard significa avere una dimensione internazionale.
L’evoluzione del progetto si è, infatti, basata sull’utilizzo di standard per la produzione (EPUB) e la distribuzione (ONIX for Books) di prodotti editoriali digitali. Fondamentale in ciò è stata la collaborazione con  IDPF-International Digital Publishing Forum e EDItEUR, due tra le principali «standard setting organisations» internazionali per il settore editoriale.
L’intuizione che ha guidato la nascita del servizio è stata quella di voler realizzare un progetto di innovazione sociale a base culturale che contenesse già nel suo approccio una spiccata dimensione collettiva, non appartenente solo all’immaginazione e alla creatività di un singolo attore, ma alla capacità comune di partire da un’idea originale e di svilupparla sino a trasformarla in pratica diffusa. L’impegno nella costruzione del servizio è coinciso con la volontà di produrre un uso ottimale di risorse, in prima battuta pubbliche, per il conseguimento di un risultato sociale ampio; in pratica la dimostrazione che il modello LIA può funzionare meglio delle soluzioni pre-esistenti e generare valore per la società. È per questo che la sua sostenibilità riguarda una componente tipica dell’innovazione sociale che la distingue dalle pratiche tradizionali, ovvero la capacità di «stare sul mercato» e di finanziarsi non solo attraverso attività di fund-raising, ma anche grazie a ricavi generati dall’attività stessa e alla capacità di chi la promuove di dedicarvi impegno e lavoro costante nell’estensione dei suoi possibili usi (ad esempio verso i libri educativi o verso altre disabilità o ancora esportando il modello in altri paesi, come già sta accadendo con un forte interesse in Germania, Francia, Belgio e Paesi Bassi).
Proprio questo elemento rimanda alla dimensione imprenditoriale dell’innovazione di progetto, quale possibile (non necessario) requisito per l’attuazione di una nuova idea. Non ha nulla a che vedere con la dimensione profit o non-profit di impresa, quanto con il senso stesso dell’innovazione che ha come finalità la creazione di un impatto positivo per la società che sia il più ampio possibile. un progetto che èespressione della responsabilità sociale degli editori che hanno ideato, promosso e voluto la nascita del servizio e per primi hanno investito risorse ed energie modificando i processi produttivi degli ebook. Ad oggi hanno aderito al servizio più di 65 editori, che rappresentano circa l’80% del mercato editoriale italiano, e da giugno 2013 sono disponibili a catalogo oltre 6000 titoli con una crescita di circa 400 libri al mese.

Al centro del servizio LIA c’è l’utente. La prima attività è stata un’indagine conoscitiva sulle modalità di lettura dei non vedenti e degli ipovedenti e sul loro rapporto con le tecnologie per comprendere le loro esigenze. L’indagine – la più ampia realizzata in Italia sul tema – è stata condotta con Doxa e Università degli Studi di Milano-Bicocca e in collaborazione con l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, e la Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per le Disabilità (CNUDD), e ha visto il coinvolgimento di oltre 1500 disabili visivi. La ricerca ha avuto anche il grande merito aver aperto un nuovo dialogo tra i diversi attori della filiera, superando così visioni che apparivano distanti solo per il condizionamento di vecchi preconcetti.
La ricognizione dei cicli produttivi editoriali – condotta con il Cefriel, Centro di ricerca e formazione nel settore ICT legato al Politecnico di Milano – ha offerto i primi dati essenziali per mappare e reinterpretare i meccanismi della filiera editoriale, mentre la collaborazione con mEDRA, una joint venture AIE-CINECA, ha consentito di progettare e sviluppare un sistema innovativo per la gestione dei flussi di dati bibliografici e sull’accessibilità.
Questi rapidi cenni danno un segnale di quanto LIA abbia saputo fare sistema: oltre ai 65 editori e alle collaborazioni già citate decine di altre imprese e associazioni, in Italia e all’estero, hanno collaborato al suo sviluppo: dalle librerie online aderenti alle due principali piattaforme di prestito elettronico in biblioteca, dall’Istituto Cavazza di Bologna a l’Istituto per Ciechi di Milano, da Informazioni editoriali che ha messo a disposizione i propri dati all’Associazione Banche Italiane (ABI), che ha promosso la modifica delle principali form online delle carte di credito perché fossero più accessibili ai non vedenti.

Dopo questo percorso di ricerca e intuizioni, oggi la vita di LIA è a una svolta. Nasce infatti a la Fondazione LIA, con l’obiettivo di promuovere la lettura in tutte le sue forme, garantendo principi fondamentali quali l’accessibilità, l’integrazione e la socialità.  Compito della Fondazione è promuovere il servizio come unenzima capace di stimolare innovazione sociale a base culturale, contaminando altri settori oltre quello editoriale, sulla base di un’interpretazione di accessibilità secondo cui la lettura va oltre il libro e renderla accessibile significa innescare un processo virtuoso di tutta la filiera (produzione, tecnologia, distribuzione, informazione, formazione, comunicazione agli utenti).
LIA si inserisce in un filone di progetti di innovazione che si sta sviluppando a livello internazionale, con il lavoro comune di molti soggetti impegnati a trovare modalità sempre più efficaci, coinvolgenti e innovativi per promuovere la lettura. Ha già ricevuto molti riconoscimenti internazionali: è stato inserito tra le migliori pratiche a livello internazionale da G3ict (Global Initiative for Inclusive ICTs), un’iniziativa delle Nazioni Unite e da Zero Project, iniziativa internazionale sulle disabilità e per un mondo con zero barriere e ha ottenuto la nomination per gli e-Inclusion awards 2012 della Commissione Europea.
Oltre che un progetto di sistema promosso dal mondo editoriale, LIA è un progetto aperto al management di realtà diverse, essendo basato sulla centralità del fattore umano come focus principale. La metodologia e la visione di LIA consentono di estendere l’applicazione dei suoi principi, come testimoniano i molti progetti di collaborazione che nascono a corollario delle sue attività.  Un esempio importante in tal senso è il progetto Segnalibro che sta nascendo in partnershipcon il teatro Carcere e l’esperienza di Fabio Cavalli a Rebibbia.