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La città che innova esempio globale

  • Pubblicato il: 15/04/2016 - 23:20
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Patrizia Asproni

 
C’è un posto in Italia dove “le idee prendono vita”. È Torino, che con questo slogan (e molto altro) ha partecipato alla competizione europea per il titolo di capitale dell’innovazione e si è vista riconoscere il secondo posto, dietro Amsterdam e superando candidate della caratura di Berlino e di Parigi.
 
Motivo di orgoglio per la nostra città e segnale significativo per tutto il Paese, in cui il pensiero – e l’agire -  innovativo sembra finalmente aver conquistato uno spazio nel mainstream culturale guadagnando l’attenzione del grande pubblico e abbandonando quell’autoreferenzialità e segregazione intellettuale tipiche con le quali a lungo è stato percepito. Prova ne sia, in questi giorni, l’esplosione di innovazione e design futuristico (ma non troppo) che ha investito Milano attraverso il Salone del Mobile, incontrando l’entusiasmo crescente di folle di cittadini e visitatori.
 
Insomma l’innovazione non è più una materia per pochi (o per nerd, direbbe qualcuno): la diagnosi sulla rivoluzione che il digitale ha portato con sé è globalmente confermata e i suoi effetti si misurano oggi, anche in Italia, oltre che nel quotidiano di ogni individuo, nei prodotti e nei servizi, anche nei processi, nella governance e nei modelli amministrativi, per i quali quello di “città intelligenti” non è più un ideale astratto ma un obiettivo da concretizzare attraverso scelte, strumenti e investimenti precisi.
 
E soprattutto, strategie condivise che vedano protagonisti quegli attori che in Italia rappresentano storicamente degli avamposti di progresso e rinnovamento: il sistema diffuso delle piccole e medie imprese manifatturiere e creative con il loro potenziale di traino per i territori, da un lato; l’arte e la cultura (del passato e del presente), dall’altro, vissute non come patrimonio immobile ma come ecosistema di idee, testimonianze del continuo mutamento del pensiero umano e della sua capacità di generare stagioni, interromperle, sovvertire e, appunto, innovare.
 
Imprimere una coraggiosa accelerazione alla costruzione di una via italiana all’innovazione è la strada che abbiamo davanti; la posta in gioco, il ruolo del nostro Paese nel mondo che cambia.

da La Repubblica Torino , rubrica “President’s Picks” del 18 aprile 2016