Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

La «Maja vestida» va a Barcellona

  • Pubblicato il: 12/08/2011 - 08:06
Rubrica: 
DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Carmen del Vando Blanco
Francisco de Goya y Lucientes

Barcellona. «Goya: Luci e Ombre», l'importante retrospettiva dell'artista aragonese in programma nel 2012 al CaixaForum Barcellona (dal 15 marzo al 24 giugno), suggella l'accordo di collaborazione fra il presidente del Real Patronato del Museo del Prado, Placido Arango, il direttore del Museo del Prado, Miguel Zugaza e il presidente della fondazione «la Caixa», Isidro Fainé.

«La Caixa» entra così a far parte del gruppo delle istituzioni «benefattrici» del Prado, impegnandosi a  portare nelle casse del museo 2,5 milioni di euro, distribuiti nei prossimi quattro anni, con l'obiettivo di diffondere una maggiore conoscenza dei tesori della prima pinacoteca spagnola.

Saranno un centinaio i lavori goyeschi, fra i quali i celeberrimi «La maja vestita», «Il parasole», «Volo di streghe» e «Ancora imparo», che la prossima primavera viaggeranno verso la capitale catalana. Un ricco nucleo, scelto nella collezione del Prado, la più completa al mondo, dai curatori, Manuela Mena, capo conservatrice di Goya e della pittura del Settecento, e José Manuel Matilla, capo del Dipartimento di Disegni e Stampe del museo madrileno.

Se questo annuncio, parafrasando il titolo della mostra barcellonese, costituisce una notizia piena di luci, un'altra sempre riferita all'opera di Goya si presenta fitta d'ombre. Si tratta delle sette pitture murali a olio con scene della vita della Madonna (delle 11 originariamente realizzate nel 1774) che decorano le pareti della chiesa nella certosa Aula Dei di Saragozza, rimaste quasi nascosti per lunghi anni. La grande composizione unitaria, per la quale Goya si servì dell'aiuto del cognato, Manuel Bayeu, certosino nell'Aula Dei saragozzana, dimostra la precoce maestria del Goya ventottenne. Ed è il prossimo trasferimento dei monaci dalla Certosa Aula Dei a destare preoccupazione sul futuro di uno dei migliori e meno conosciuti complessi pittorici del geniale artista. La parola ora passa al Governo autonomo dell'Aragona e all'Arcivescovado di Saragozza.

© Riproduzione riservata

dal Giornale dell'Arte, edizione online, 5 agosto 2011