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I viaggi di Ron

  • Pubblicato il: 26/04/2013 - 08:48
Autore/i: 
Rubrica: 
DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Luana De Micco
Ron Mueck

Parigi. Visitare la Fondation Cartier in questo periodo è un po’ come ritrovarsi in un sequel deiViaggi di Gulliver. I lillipuziani e i giganti di Ron Mueck hanno invaso lo spazio trasparente e alberato pensato da Jean Nouvel nel cuore della capitale francese. I corpi scolpiti con un realismo spinto all’ossessione sono diventati il biglietto da visita dello scultore australiano, al quale la Fondation Cartier pour l’art contemporain aveva già aperto le porte nel 2005. Dopo quel primo successo, ecco dunque tornare a Parigi, fino al 29 settembre, i personaggi più veri che mai di Mueck, modellati in silicone e resina e rivestiti di pittura a olio. Uomini e donne iper realistici, immortalati in scene di vita quotidiana, come la coppia di anziani giganti stesi sotto un ombrellone di taglia XXL. Nessun dettaglio è dimenticato, ci sono le pieghe della pelle lasciate dal tempo e il reticolato delle vene. Impressionante il viso gigante di un uomo che dorme. Le sue misure: 77.2 x 118.1 x 85.1 cm. Ci si aspetta di sentirlo respirare profondamente. In formato ridotto sono invece la piccola donna rappresentata nello sforzo di sollevare un fascio di legno che le punge la pelle nuda, e il bagnante sul materassino gonfiabile, con la pelle lucida di crema abbronzante, e le braccia aperte come un Cristo in croce. Osservare un’opera di Ron Mueck è come trovarsi faccia a faccia con un pezzo di vita sospeso ad un filo, feroce, malinconico, talvolta osceno, mai indifferente. L’artista, nato a Melbourne nel 1958, vive e lavora a Londra e raramente rilascia interviste. È nel suo laboratorio londinese che modella, scolpisce, dipinge, solo e ritirato dal mondo come mostra un film di Gautier Deblonde che si può vedere alla Fondation Cartier. Ossessione per la perfezione? Mania del dettaglio? Da notare che prima di dedicarsi alla scultura vera e propria, Ron Mueck fabbricava marionette per il cinema e la tv. Ha collaborato anche con il  «Muppet show».

da Il Giornale dell'Arte , edizione online, 22 aprile 2013