I live MAXXI
Roma. Necessità fa virtù? La crisi finanziaria mette a serio rischio la capacità di agire delle istituzioni culturali e assistiamo a una vera accelerazione di interesse per il fund raising. Tuttavia, per quanto se ne parli diffusamente, non è frequente trovare nel nostro Paese sistematicità e professionalità, per non parlare di una strategia nella ricerca di fonti di finanziamento complementari o alternativi al tradizionale finanziamento pubblico.
Un ritardo del sistema paese che evidenzia ancora oggi una visione strumentale del fundraising, che lo degrada a livello di «questua», come indicava il fundraiser Marianna Martinoni.
Ci sono comunque benchmark nell’adozione di politiche d’intervento efficaci, sia verso imprese che verso privati, come il FAI con i suoi trent’anni di vita, ma anche il MAXXI a poco più di un anno dall’apertura - e dopo non pochi errori commessi, come dichiara lo stesso Presidente Pio Baldi - ha avviato una svolta, si può dire culturale, verso la sostenibilità di una vera e propria impresa.
Un MAXXI che ora si è strutturato organizzativamente, in modo poliforme «creando un presidio stabile, di più persone, che funziona bene con ottime relazioni e che è diventato una parte importante del funzionamento del museo, con professionalità che conoscono il mondo dell'arte contemporanea, ma hanno una formazione di tipo economico».
Andiamo ai donors. Vivere il MAXXI. La membership «I Live MAXXI», il cui accesso è vagliato con attenzione dal consiglio di amministrazione, punta a cento nomi eccellenti per creare una stabilità di flussi, ma soprattutto un vero e proprio sounding board, fondamentale per lo sviluppo dell’istituzione.
I sottoscrittori, seguiti professionalmente e informati periodicamente con incontri o a distanza, hanno la possibilità di partecipare attivamente a sottogruppi legati direttamente alle aree operative e alle principali attività dell’istituzione, con un ruolo sia nella consultazione scientifica sui programmi arte e architettura, sia nel networking nazionale e internazionale, per ampliare la raccolta fondi, ma soprattutto i rapporti con le istituzioni e il collezionismo internazionale.
Una responsabilizzazione dei donors tradotta anche con un rappresentante dei sostenitori in consiglio, che porta ad uno scambio e soprattutto un’attivazione di energie a favore della qualità della programmazione del museo della nazione.
La recente condivisione del consuntivo del primo anno del 2010 e la presentazione del preventivo 2011 è ai migliori standard internazionali, per completezza, chiarezza e trasparenza delle informazioni. E non solo nell’allocazione puntuale dei contributi diretti, che non vanno a finanziare l’ordinario, ma nella gestione complessiva che evidenzia come le pesanti diminuzioni di contribuito sul fronte pubblico verranno compensate non solo dall’aumento del ricavato dagli ingressi e dall’affitto dei prestigiosi spazi, ma soprattutto da un incremento delle contribuzioni di imprese.
Come? Superando la logica della sponsorizzazione a eventi temporanei, a favore una progettualità comune, duratura e reciprocamente vantaggiosa, in un rapporto dialogico molto forte. All’attivo ora Telecom, BMW e Alcantara.
Pio Baldi, che punta a superare il 50% nei contributi privati ora attestati intorno al 40%, ribadendo insostituibile - e non solo sotto il profilo economico - il ruolo del sistema pubblico nei progetti centrali per la politica culturale del Paese, afferma che «i fondi non si trovano se si ha l'obiettivo di soddisfare le proprie esigenze organizzative per pagare il personale, una bolletta o per finanziare una mostra. Vanno cercati basandosi su quello che il mercato cerca. Con un’inversione dell'atteggiamento consolidato. Occorre formulare proposte che possano interessare l’interlocutore e il museo».
Un orientamento efficace per superare «la resistenza dei potenziali sostenitori verso le pressanti richieste da cui sono permanentemente assediati, percepite di fatto come autentiche molestie non sempre evitabili».
SAPEVI CHE…
Ai sensi dell’art 38 della legge del 21 novembre 2000, n 342, la donazione è detraibile dall’imposta lorda per il 19% o in alternativa è deducibile in virtù di quanto previsto dall’art 14, 1° comma delle legge 80/2005, fino al minore dei due seguenti limiti quantitativi:
10% del reddito complessivamente dichiarato dall’erogatore Nella misura massima di 70.000 euro annuali
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