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Fondazione Cinema per Roma, oltre la Festa

  • Pubblicato il: 15/01/2016 - 12:52
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI PER LA CULTURA
Articolo a cura di: 
Francesca Sereno

La Festa del Cinema di Roma ha compiuto dieci anni e dal 2006, anno della prima edizione, sono cambiate molte cose. Abbiamo ripercorso con Lucio Argano, l'attuale Direttore Generale della Fondazione Cinema per Roma, le vicende della fondazione per comprendere come i cambiamenti politici, economici e culturali della città e non solo hanno portato ad un rinnovamento della compagine

 
 
 
L'idea da cui nel 2006 scaturì la Festa del Cinema era, secondo l'allora sindaco Veltroni, di restituire alla capitale la centralità di «Città del Cinema», essendo la città in cui si concentra la maggior parte delle attività audiovisive e di tutta la filiera, delle attività di promozione e formazione e che è la location di film che hanno fatto la storia della settima arte.
Si era pensato che Roma dovesse dotarsi di un momento celebrativo del cinema e la volontà era quella di realizzare un festival per tutti, non soltanto per i più appassionati cinefili; una manifestazione che accanto al concorso competitivo offrisse una serie di eventi artistici, di partecipazione e intrattenimento aperti a tutti. Da qui il nome di «Festa del Cinema», per differenziarsi dai grandi festival internazionali come il Festival di Venezia.
In ultimo, l'intento di celebrare l'Auditorium Parco della Musica, in quel tempo diventato una grande piazza culturale, rendendolo sede dell'evento.
La prima edizione della Festa viene promossa da: Comune di Roma, Camera di Commercio, Regione Lazio, Provincia di Roma e organizzata dalla Fondazione Musica per Roma, soggetto gestore dell'Auditorium.
Nel 2007 viene costituita la Fondazione Cinema per Roma: si incominciava ad immaginare che l'attività di promozione della cultura cinematografica non dovesse limitarsi ai dieci giorni dell'evento, ma che dovesse essere estesa a tutto l'anno. Gli enti territoriali che l'avevano promossa e sostenuta diventano i protagonisti della fondazione.
Ma le cose cambiano, dalla cornice politica della città alla più generale crisi economica che genera una riduzione dei finanziamenti alla cultura.
Nel 2008, l'avvicendamento politico della giunta capitolina porta ad un cambiamento della visione dell'attività della fondazione. Il nuovo direttore Gianluigi Rondi sceglie una chiave più «festival» tanto che cambia anche il nome della manifestazione che diventa «Festival Internazionale del Film di Roma».
Dopo anni in cui la fondazione sembra rimanere «imprigionata» in questa visione di evento festivaliero di breve durata, arriviamo ad oggi.
Nel 2015, per la sua decima edizione, la manifestazione torna a chiamarsi «Festa del Cinema di Roma».   La presidente della Fondazione Cinema per Roma è Piera Detassis, il direttore generale è Lucio Argano, Antonio Monda è il direttore artistico della festa.
 
 
Come si configura oggi la Festa del Cinema e più in generale l'attività della fondazione?
La fondazione è nata in un periodo di «vacche grasse» con un budget che è arrivato al tetto di 17 milioni di euro, di cui il 60% consisteva essenzialmente in autofinanziamento. Nel tempo sono diminuiti gli stanziamenti dei soci fondatori e gli apporti degli sponsor, sia come numero di soggetti che come  investimenti.
Nel 2015, con un bilancio quasi dimezzato, i soci fondatori decidono di riportare la fondazione alla visione originaria: un organismo culturale la cui attività non è solo incentrata sulla festa, che rimane comunque un suo momento apicale, ma che diventa protagonista dell'offerta culturale annuale della città. In sostanza i soci chiedono di lavorare tutto l'anno e di trasformare la festa in un momento collettivo.
Il 2015 rappresenta dunque un anno di rinnovamento complessivo, l'inizio di un nuovo corso. Con un budget di 10 milioni di euro non solo viene realizzata la Festa, ma anche diversi progetti per il territorio.
Così è nato il progetto City Fest, un grande contenitore di eventi e iniziative che coinvolge tutto il territorio, dall'Auditorium Parco della Musica alle periferie, dalle sale cinematografiche alle Università, in collaborazione con le istituzioni, gli organismi cinematografici e le più importanti realtà culturali locali, nazionali e internazionali, tra cui il MAXXI.
Il ruolo di soggetto propulsore della cultura cinematografica a 360 gradi ha condotto ad un traguardo importante. Grazie all’impegno congiunto di Fondazione Cinema per Roma con alcune istituzioni come Roma Capitale, Istituto Luce Cinecittà, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (che nel frattempo è diventato socio della fondazione), Ministero degli Affari Esteri, Regione Lazio,  Roma è stata designata Città Creativa per il Cinema UNESCO[1].
 
 
Lo scenario attuale, oltre alla riduzione di risorse economiche, vede un rinnovamento del mercato dell'audiovisivo. Quale ruolo sta avendo Fondazione per il Cinema in questo contesto?
Sin dalla prima edizione all'interno del festival è presente The Business Street, una sezione speciale di incontri, networking, proiezioni e dibattiti dedicati all’industria cinematografica internazionale, alla circolazione internazionale e a tutte le operazioni di acquisto e vendita di film.
Il successo di questo appuntamento - 1250 accreditati, di cui oltre 600 stranieri tra i 300 buyers, 450 produttori e 100 International Sales Agents, provenienti da una cinquantina di Paesi - ha portato ad inserirlo all'interno della nuova piattaforma MIA-Mercato Internazionale dell'Audiovisivo che si occupa di tutti i segmenti del prodotto audiovisivo: cinema, tv series, documentari, videogiochi.
MIA è prodotto da ANICA-Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche, APT-Associazione  Produttori Televisivi, Doc/it e Fondazione Cinema per Roma (ente attuatore) ed è sostenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il MIA, che si svolge nella suggestiva location delle Terme di Diocleziano,  è diventato l'appuntamento mondiale per il mercato europeo ed asiatico per il prodotto audiovisivo.
Contemporaneamente dal 2015 la fondazione è diventato l'ente organizzatore del Roma Fiction Fest, il festival tarato sul prodotto televisivo promosso da Regione Lazio e Camera di Commercio.
 
 
Tornando alla Festa del Cinema, nell'ultima edizione si è assistito ad un calo delle presenze; possiamo attribuirlo alla «minore mondanità» rispetto agli anni precedenti?
Per i festival cinematografici, la mondanità è legata al cosiddetto «red carpet». Negli anni passati, le produzioni e le distribuzioni e in alcuni casi anche gli sponsor erano disposte a sostenere economicamente la presenza dei talent all'interno del festival.
Quest'anno questa disponibilità è venuta meno e la fondazione non ha ritenuto opportuno farsi carico dei costi relativi alla presenza dei talent.
Lo spirito è quello della sobrietà, tradotta in maggiore qualità dei film e maggiore numero di incontri. Ciò non ha comportato lo svuotamento totale del tappeto rosso: sono stati presenti personaggi come i Fratelli Coen e Jude Law e gli incontri sono stati animati da personalità della cultura come Renzo Piano e Riccardo Muti.
La flessione delle presenze, che è pari al 20%, va attribuita anche al fatto che la Festa non ha potuto contare sulla capiente Sala Santa Cecilia dell'Auditorium, che garantisce una disponibilità di 2750 posti.
 
 
Lo strumento giuridico della fondazione è adeguato a gestire l'insieme delle attività in corso?
Per governare il portafoglio delle attività così come si sono configurate quest'anno, la fondazione è lo strumento giuridico e gestionale più idoneo. La compagine nel tempo è cresciuta in termini di risorse umane e competenze ed è riuscita a mantenere certi standard di efficienza del funzionamento pur nella riduzione delle risorse finanziarie.
Esistono tuttavia alcune criticità che influiscono sull'operatività. La prima è che la fondazione, pur essendo un soggetto di diritto privato, è sottoposta al controllo pubblico. Questo comporta che tutte le procedure amministrative sono quelle degli enti pubblici, si pensi al sistema delle gare di appalto per le forniture di beni e servizi. Dal punto di vista della pari opportunità e della trasparenza, questo sistema ha una ricaduta positiva sul territorio, perché garantisce l'accesso ad una pluralità di operatori, ma dal punto dei vista dei tempi della gestione operativa comporta ridondanza nell'operazione dei processi.
 
 
Cosa c'è nel futuro di Fondazione Cinema per Roma?
In primo luogo ci si aspetta il consolidamento di questo assetto: il mantenimento dell'attività su base annuale, la seconda edizione del MIA, la Festa che è diventata un mix tra incontro e proiezioni, Roma  Fiction Fest che viene anticipato al primo semestre.
Per il futuro bisognerà lavorare di più con produttori e sponsor per coinvolgere i protagonisti dei film in modo da alimentare l'esperienza collettiva e suscitare l'interesse delle persone meno presenti nelle sale.
E il sogno nel cassetto è quello di avere una «casa», ossia uno spazio in cui realizzare delle attività in proprio, come ad esempio la formazione.
 
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Lucio Argano, oltre al ruolo di Direttore della fondazione, insegna project management culturale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l'Università degli Studi Roma Tre e l'Università degli Studi di Genova. È membro della Redazione della Rivista di Economia della Cultura, collabora con la PTS Consulting ed è Presidente della Commissione Teatro del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo.
 

 
[1] Le Città Creative UNESCO per il Cinema si impegnano a promuovere e mettere in rete le migliori esperienze maturate nell’ambito dell’industria culturale e cinematografica, a fare della creatività un elemento trainante del loro sviluppo economico, anche attraverso la collaborazione a livello locale e internazionale e l’interazione tra il settore pubblico e privato. Punto qualificante di questa cooperazione tra le città è il sostegno all’accesso e alla partecipazione dei cittadini alla vita culturale.