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Buon 2016 con gli incentivi per la cultura. Se bisesto non sempre è funesto

  • Pubblicato il: 15/01/2016 - 15:51
Autore/i: 
Rubrica: 
NORMA(T)TIVA
Articolo a cura di: 
Irene Sanesi

Chi fosse interessato o semplicemente curioso di avere un quadro sintetico delle novità previste dalla manovra recentemente approvata in parlamento conosciuta anche come Legge di stabilità 2016, può collegarsi con il sito del MIBACT. Troverà un elenco ordinato delle misure per la cultura e il turismo con l’indicazione del quantum dedicato. Lo riproponiamo ai lettori con alcuni commenti a margine.
Una prima riflessione la dedichiamo subito alla modalità con cui sono stati indicati i «numeri»: pur comprendendo la finalità comunicativa intrinseca dell’indiscutibile e importante sforzo fatto per portare a casa un risultato importante – non a caso sono quasi tutti con il segno più- le cifre assumerebbero maggiore significato se messe a confronto con una serie storica o con un denominatore. Vanno rapportate insomma, per non rischiare la sindrome «solitudine dei numeri primi».
 
Vediamoli da vicino.

  • Art-Bonus stabilizzato e reso permanente al 65%. Prima di rischiare l’eclisse sulla sperimentazione temporanea triennale allo strumento fiscale scelto per coinvolgere i privati, il Ministro ha vinto la battaglia della stabilizzazione soddisfatto dei risultati perseguiti finora. Prendendo in prestito il paragone astronomico si tratta del primo passo per avvicinare privati e imprese e di un grande passo per accrescere il senso di responsabilità dei cittadini italiani, generosi secondo le statistiche dedicate alla propensione al dono, ma ancora poco abituati a considerare la cultura un ambito di intervento. Molta strada ancora da fare dunque in termini di informazione sulle modalità di utilizzo, semplificazione delle procedure e coinvolgimento dei portatori di interesse.
  • Bonus card euro 500 per i giovani. Un argent de poche da spendere per consumi culturali: teatri, musei, aree archeologiche, mostre ed eventi e per l’acquisto di libri. Nell’era digitale dell’emozione “instagrammata”, dei 140 caratteri cinguettati al volo e delle emoticon che vanno a sostituire sorrisi come battiti di ciglia, la carta (ri)caricata dal MIBACT assume una valenza di genitorialità e generatività culturale lasciando ai diciottenni il libero arbitrio di surfare fra le proposte più diverse. Un’opportunità anche per le istituzioni culturali che possono ripensarsi in termini di offerta guardando ai giovani a partire dal festeggiare forse il traguardo più ambito nel nostro percorso di vita: la maggiore età.
  • + 500 milioni di euro per la riqualificazione urbana delle periferie. Decoro urbano, sicurezza territoriale, mobilità sostenibile, inclusione sociale sono gli obiettivi di questo stanziamento nuovo come nuovi sono i bisogni (in molte zone d’Italia anche i problemi). Alle aree metropolitane e ai comuni capoluogo di provincia la sfida di una progettazione sostenibile.
  • Tax credit al cinema e audiovisivo + 25 milioni di euro. Una misura che rafforza le precedenti agevolazioni e fa una scelta di campo per un settore ambasciatore del made in italy.
  • + 10 milioni di euro per la promozione turistica del Paese. L’Enit aumenta di 10 milioni il suo budget: ancora poco se raffrontiamo i budget degli enti turistici delle regioni autonome che singolarmente presentano bilanci con maggiori risorse dell’ente nazionale.
  • + 30 milioni annui per Archivi Biblioteche e Istituti del Ministero, + 16 milioni agli Istituti culturali, + 20 milioni ai Musei. Andranno investiti bene con preventiva attenzione agli aspetti di governance, riorganizzazione, economie di prossimità, controllo di gestione, accountability.
  • 28 milioni in quattro anni a Matera capitale della cultura 2019.
  • 120 milioni di euro per interventi di valorizzazione, conservazione, manutenzione e restauro dei beni culturali. Un dato davvero troppo sintetico per essere commentato a caldo. Messo a sistema con gli altri numeri e l’Art-Bonus registra una inconfutabile verità: il privato non potrà mai, in Italia, andare a sostituire il pubblico e difficilmente donerà senza che prima non l’abbia fatto lo Stato (così da sempre è stato percepito il termine Repubblica nell’articolo 9 della Costituzione).
  • + 70 milioni di euro nel 2017 e + 65 milioni dal 2018 per il piano “Grandi progetti”. L’arena del Colosseo e i Grandi Uffizi sono due esempi di progetti di interesse nazionale interessati da questa specifica misura.
  • Confermato il nuovo fondo di 100 milioni di euro annui dal 2016 per interventi di tutela del patrimonio. Un dato stabile, anche in questo caso sarebbe utile poter accedere alla descrizione e poter valutare il combinato disposto con gli interventi di cui sopra.
  • 10% copia privata SIAE ai giovani autori. L’intento è quello di favorire la creatività giovanile. Francamente più una misura strumentale che sostanziale per un ente che non vede paragoni in Europa, un po’ come altre disposizioni che ruotano intorno al mondo delle opere d’arte: dal diritto di seguito alla notifica, dalla mancata deduzione della spesa (assimilata a quella di rappresentanza) allo spesometro per chi investe.
  • Fondazioni lirico-sinfoniche. Si allunga al 2018 il termine per il raggiungimento dell’equilibrio strutturale per le fondazioni che hanno intrapreso il processo di risanamento, dando la possibilità anche alle altre fondazioni di accedervi, anche grazie all’incremento del fondo di rotazione di 10 milioni. E’ davvero difficile commentare questo passaggio e se lo volessimo fare avendo come metro di paragone il settore privato diventerebbe increscioso, posto che per le aziende, di fronte a disavanzi gestionali che sfociano in deficit patrimoniali, non c’è che il fallimento e –rimanendo nell’ambito civile- le azioni di responsabilità nei confronti degli organi di governo e controllo. Resta aperta la ferita di un ritardo italiano nell’aver introdotto nel settore culturale in genere, ed in particolare nelle fondazioni lirico-sinfoniche, strumenti di accountability neppure troppo raffinati ma comunque in grado di controllare la gestione e l’operato del direttivo secondo la diligenza del buon padre di famiglia. Trasparenza e anticorruzione arrivano dopo e altro non sono che il naturale corollario di una gestione prudente (prudenza dal latino providentia che significa “guardare in avanti”, recta ratio agibilium –retto criterio per come ci si deve comportare- per S. Tommaso). A maggior ragione quando si è responsabili di un bene pubblico o di interesse pubblico.
  • + 1 milione di euro per festival, cori e bande. E qui possono capire gli abitanti di quelle città e paesi nello Stivale dove certe tradizioni sono come il Colosseo, il David  o il Vulcano.
  • Nasce la nuova Ales. Che in realtà fonde la vecchia Ales con Arcus.
  • 2 X 1000 alle Associazioni culturali. Con buona pace del modello Unico Persone Fisiche che anche per un pensionato con prima casa avrà la sua dose di pagine, sigle e controsigle, codici fiscali, firme e controfirme. Qui sì che daremo i numeri dopo aver spiegato al contribuente che, senza nessun onere a carico, insomma gratis, può destinare: l’8x1000, il 5x1000 e dal 2016 il 2x1000.

 
 
Buon anno e buon lavoro.
 
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IRENE SANESI (Presidente Commissione “Economia della Cultura” UNGDCEC, Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili)