Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Axel Hutte e i fotografi modenesi invadono la città da aprile

  • Pubblicato il: 31/03/2014 - 11:29
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Stefano Luppi
Hutte Fanano 2013

Modena. Nella sua recente «Una storia della fotografia del XX e del XXI secolo» (Edizioni Zanichelli, Bologna 2010, p. 352) Walter Guadagnini scrive che Axel Hutte interpreta «Il paesaggio contemporaneo sulla scorta delle suggestioni del vedutismo sei e settecentesco, con accenti di romantica nostalgia e di esplicita citazione dei modelli antichi, Friedrich e Courbet». L’autore tedesco, nato nel 1951 a Essen, è al centro dell’ampia monografica che Fondazione Fotografia gli dedica dal 12 aprile al 29 giugno presso il Foro Boario di Modena (a cura di Filippo Maggia, la mostra sarà poi a Venezia in forma molto differente, alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Piazza San Marco dal 5 giugno al 5 ottobre, catalogo Skira).
Sono molte le iniziative portate avanti da una delle realtà fotografiche, Fondazione Fotografia voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con socio di minoranza il Comune di Modena, più attive attualmente nel panorama italiano. La struttura, che ha inglobato anche l’attività dello storico Fotomuseo Giuseppe Panini, è diretta da Filippo Maggia e con la mostra di Hutte trasferisce le sue attività espositive al Foro Boario poiché la struttura utilizzata abitualmente negli ultimi cinque anni di attività, l’ex ospedale settecentesco Sant’Agostino, sarà sottoposto a un completo restauro da 43 milioni di euro che lo trasformerà nel nuovo «Polo culturale» della città. «Axel Hütte. Fantasmi e Realtà», mette insieme decine di fotografie che trasporteranno l'osservatore attraverso immaginifiche visioni di paesaggio, scatti maestosi e ricchi di riferimenti alla storia dell'arte occidentale. Hutte è considerato, insieme a Thomas Ruff, Thomas Struth, Andreas Gursky e Candida Höfer (attualmente esposta a Palazzo Te di Mantova, fino al primo giugno), tra gli «allievi» principali della celebre «Scuola di Düsseldorf», voluta da Bernd Becher e dalla moglie dei quali il tedesco elabora in maniera del tutto personale gli insegnamenti e il tradizionale metodo compositivo. La mostra racconta ed espone il lavoro realizzato dal fotografo a seguito della residenza d’artista svolta a Modena nel 2012-13. Il paesaggio dell’Appennino modenese - ricoperto di neve e immerso in un’atmosfera rarefatta e nebulosa - è raccontato attraverso la dicotomia con un altro paesaggio, quello alpino degli alti passi sul confine tra Austria, Svizzera, Germania e Italia, antiche tappe del Grand Tour verso il nostro Paese. A ciò si aggiungono anche immagini di altri paesaggi, come quelli delle acque del Rio Negro e i ghiacciai norvegesi, visioni che conducono l’osservatore in un viaggio tra nature incontaminate e luoghi «sublimi». La rassegna a Venezia invece esporrà gli interni di alcuni fra i più celebri palazzi della Laguna, a colori e in bianco e nero, restituendo una immagine austera e allo stesso tempo intima della città.
Torniamo a Modena e alle tante iniziative della Fondazione. In contemporanea alla mostra di Hutte, ma dal 12 aprile al 25 maggio, viene organizzata anche «Modena e i suoi fotografi. Dal dopoguerra agli anni novanta» (a cura di a cura di Stefano Bulgarelli e Chiara Dall’Olio, catalogo Skira). In un percorso di oltre ottanta opere, l’esposizione ripercorre la vicenda di ventidue fotografi e la vita culturale cittadina degli ultimi cinquant’anni attraverso foto di Franco Vaccari, Franco Fontana, Cesare Leonardi, Beppe Zagaglia, Luigi Ghirri, Olivo Barbieri e Ernesto Tuliozi, William Guerrieri, Roberto Brancolini, Luigi Ottani, Ghigo Roli. Ma le attività delle fondazione sono molto più ampie. Dal 9 all’11 maggio, Nino Migliori, uno dei più attivi sperimentatori italiani del linguaggio fotografico, terrà un workshop per Fondazione Fotografia focalizzato su due particolari tecniche che non richiedono l’uso della macchina fotografica: i «lucigrammi» e le «ossidazioni». Attraverso queste sperimentazioni il fotografo bolognese offre un contributo determinante al dibattito su analogico e digitale. Ma prima, il 12-13 aprile e poi ancora il 14 giugno ci sarà un workshop di Vincenzo Castella che da anni indaga le città e le loro trasformazioni, descrivendo l’identità di un luogo partendo dall’interpretazione delle tracce in esso sedimentate. E poi le attività formative della struttura di Maggia. Sono in corso le iscrizioni per il biennio 2014/16 del master di alta formazione sull’immagine contemporanea, rivolto a giovani talenti e professionisti interessati ad approfondire le proprie conoscenze nel campo della fotografia e del video d’artista. Per chi si iscrive entro il 30 aprile sono previste nuove agevolazioni. È inoltre aperto il bando di selezione del concorso «LocalArt 2014», promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in collaborazione con «Associazione Art.ur» e Fondazione Fotografia Modena. Tutte le info sul sito www.fondazionefotografia.org.

©Riproduzione riservata