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Assessori scomodi: Crocetta revoca l'incarico a Battiato e a Zichichi

  • Pubblicato il: 28/03/2013 - 09:23
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Articolo a cura di: 
Giusi Diana
Franco Battiato

Palermo. Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia, ha appena revocato, attraverso un provvedimento con effetto immediato, l'incarico di assessore al Turismo al cantautore Franco Battiato e al suo collega ai Beni culturali, lo scienziato Antonino Zichichi.
«Preso atto della loro disponibilità a rinunciare al mandato, ho revocato a partire da oggi l'incarico assessoriale loro conferito». Questo il laconico messaggio affidato all'Ansa per porre fine all'affaire Battiato, scaricando contestualmente anche Zichichi (altro assessore scomodo per le dichiarazioni a tratti surreali rilasciate ai giornali).
In seguito al vespaio di polemiche e alle gravi reazioni del mondo istituzionale e politico (di «oltraggio al Parlamento» ha parlato la presidente della Camera Laura Boldrini, mentre per Elsa Fornero, ministro del Lavoro «Battiato ha offeso le istituzioni e tutte le donne italiane» ) sollevate dalla gergale espressione «troie in Parlamento», usata avventatamente dal cantautore catanese nel corso di un suo intervento al Parlamento Europeo.
Alla fine di un'estenuante giornata, fatta di precisazioni, scuse ufficiali, dichiarazioni e smentite, Crocetta ha scongiurato il pericolo di trovarsi ancora una volta nell'imbarazzo di dovere prendere le distanze dalle dichiarazioni dei suoi assessori più mediatici, ma evidentemente meno adatti a rivestire ruoli istituzionali.
Crocetta ieri si era dichiarato «addolorato per parole inaccettabili, certamente non istituzionali e offensive» di Battiato pronunciate a Bruxelles e aveva inviato ufficialmente le scuse del Governo siciliano alle parlamentari italiane. Il cantautore catanese dal canto suo si è invece mostrato attonito, di fronte all'attenzione dei media e del mondo istituzionale nei confronti di quella frase «ad effetto» pronunciata senza alcuna remora di fronte ai parlamentari europei ed estrapolata da un intero discorso: «Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. È una cosa inaccettabile. Sarebbe meglio aprissero un casino», ribadendo a sua discolpa di non riferirsi all'attuale legislatura e di non essere un politico (è stata una delle sue prime dichiarazioni da assessore appena insediato) e parlando invece di «un vocabolo potente che non era riferito ad un genere preciso, trattandosi di una parola sostitutiva di un'altra, di una figura retorica: la metonimìa».

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da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 27 marzo 2013