Alla 55 Biennale, per la prima volta, di scena la Santa Sede
Città del Vaticano. Da tempo se ne parla, già per la Biennale 2011 e pare ora siano maturate le condizioni. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura è pronto a portare nel 2013 il Vaticano a Venezia. A giugno l’annuncio ufficiale. Un passo per ricomporre quella frattura «consumatasi soprattutto nel ‘900: da un lato la gerarchia che si è semplicemente accontentata del ricalco del passato dall’artigianato; dall’altro l’arte contemporanea che se ne è andata per proprio conto, diventando autoreferenziale e provocatoria. La nostalgia del sacro è rimasta però l’unico riferimento alla religione. Si torna sui segni sfregiandoli, ma senza temi alti e grandi narrazioni anche l’arte profana è diventata povera» disse Ravasi nel 2010, riprendendo il discorso di Paolo VI agli artisti nel 1964.
Ovviamente non sarà un padiglione «tradizionale», dedicato allo Stato, ma alla Santa Sede. Meno di dieci gli artisti, chiamati a confrontarsi con i primi undici capitoli della Genesi, quindi sui temi della creazione: la coppia, l’amore, la salvaguardia del creato, la violenza, l’oppressione dei popoli, il pellegrinaggio verso la terra di Abramo. Un’attualizzazione del lavoro di Michelangelo nella Sistina. «Uomini e donne, alcuni affermati altri emergenti, da tutto il mondo» spiegano autorevoli fonti vaticane ad Andrea Tornielli de La Stampa. Saranno scelte scientifiche delicate che solleveranno il dibattito come a suo tempo ha dichiarato da Ravasi «avremo il mirino di tutti puntato, di quanti ci accuseranno di dar credito all’arte “degenere”, altri ci rimprovereranno una selezione troppo “religiosa”».
Il team di lavoro è composto e comitato scientifico insediato: Sandro Barbagallo, critico de l’Osservatore Romano, Micol Forti, direttore della collezione di arte contemporanea dei Musei Vaticani, Francesco Buranelli, segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, padre Andrea dall’Asta, direttore della Raccolta Lercaro di Bologna e della Galleria San Fedele di Milano.
Baratta ha messo a disposizione un padiglione, oggi fatiscente, nell’Arsenale, due piani di 500 metri quadri, con ristrutturazione a carico della Santa Sede per un milione di euro ciascuno. Facendosene carico, il Vaticano, che punta ad un edificio completamente dedicato, potrà usarlo per 26 anni, sostenendo per il futuro solo il costo degli allestimenti. Ovviamente vuole un’operazione a somma zero per le proprie finanze. La parola è ora agli sponsor.
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