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«Piccole» fondazioni a rischio chiusura

  • Pubblicato il: 11/01/2013 - 00:36
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Ilaria Oliva
La Villa della famiglia Piccolo di Calanovella

Capo d’Orlando (Me). Comincia a somigliare ad un vero e proprio caso politico quello relativo alla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, con sede a Capo d’Orlando in Sicilia, in una villa appartenuta alla famiglia omonima, che non riesce più a sopravvivere agli ingenti tagli dei fondi destinati alla cultura dai vari enti pubblici che finora le avevano consentito di portare avanti un programma di attività culturali con particolare riferimento alla letteratura ed all’arte, nonché agli studi agrari, come da statuto.
La Fondazione gestisce la Villa Piccolo, il parco annesso e la casa-museo in cui abitarono il poeta Lucio Piccolo, suo fratello, il pittore Casimiro Piccolo e la sorella Agata Giovanna, e che vide frequenti soggiorni dello scrittore Tomasi di Lampedusa, cugino dei proprietari. Alla morte del poeta Lucio, i fratelli decisero di istituire la fondazione al fine di conservarne il patrimonio e consentirne la fruizione ad un pubblico più ampio possibile.
Qualche tempo addietro la Fondazione, il cui Presidente storico è stato il giornalista e scrittore Bent Parodi fino al 2009 (mentre l’attuale presidente è Carmelo Romeo, docente presso l'Università di Messina) ha denunciato la situazione di grave crisi economica in cui da tempo versa questa storica istituzione, che pochi mesi fa ha celebrato i propri quarant’anni di vita. Anni durante i quali ha dato vita a tantissime iniziative culturali, molte delle quali di portata nazionale e internazionale, tese a valorizzare la cultura siciliana, la conservazione della memoria storica della Famiglia Piccolo di Calanovella, la gestione del museo e del parco.
Alla richiesta di aiuto ha risposto proprio in queste ore il sindaco di Capo D’Orlando, Enzo Sindoni, accusando la gestione della struttura di essere autoreferenziale e «riservato ad una anacronistica élite», affermando pertanto che l’unica soluzione possibile sarebbe la cessione del patrimonio al comune, l’unico ente, a suo dire, in grado di valorizzarlo.
Non si è fatta attendere la contro risposta del presidente Romeo, il quale ha sottolineato come alle iniziative culturali della fondazione abbia preso parte un numero rilevante di visitatori, residenti e turisti, pertanto come la definizione di salotto elitario non possa avere riscontro nel dato di fatto reale, documentato anche dai tanti servizi giornalistici realizzati in queste occasioni. Egli ritiene pertanto che si tratti di «una provocazione irricevibile, ispirata ad un mero spirito di potere personale».
Non ci resta che attendere sviluppi.

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Ilaria Oliva