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«Il Giornale dell’Arte» è un integratore perfetto del Piano Formativo (e un rimedio alle limitazioni della riforma Gelmini»)

  • Pubblicato il: 22/11/2011 - 14:39
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Articolo a cura di: 
Paola Ravetti, già preside Istituto Aldo Passoni e coordinatore del progetto
Il Giornale dell'Arte

«Inserire la lettura di «Il Giornale dell’Arte» nel Piano dell’Offerta Formativa di un Liceo artistico, collegandolo alla creazione di un blog, ha un considerevole potenziale d’innovazione didattica e formativaPer gli studenti è occasione per aprirsi all’universo artistico e culturale che li circonda e formarsi uno spirito critico. Che cosa c’è di più appassionante di mettersi alla prova di fronte a un compito reale, come scrivere articoli e recensioni per un pubblico vero, che può commentare e valutare? Per riuscire occorre curare il proprio background culturale: prepararsi, leggere le riviste del settore, essere aggiornati, visitare mostre, confrontarsi con i limiti e le potenzialità di un blog. Insomma non solo studiare, ma anche imparare a programmare, ad avere iniziativa e a valorizzare se stessi. Per i docenti è un’occasione per sperimentare e verificare un modello di insegnamento utile all’auspicato rinnovamento della scuola, così provato dal riordino dei cicli. Il progetto consente di costruire e condividere gli obiettivi con gli studenti, non solo scegliere gli argomenti del programma; quindi, vivere la scuola come ambiente di apprendimento cooperativo, in cui l’aula è il punto di partenza e di ritorno, ma nella realtà si può trovare un apporto insostituibile e motivante per la crescita intellettuale di ciascuno. L’insegnamento della storia dell’arte, ora relegato in secondo piano, è strumento di civiltà, per formare nuove generazioni di cittadini oltre che di studiosi e di operatori culturali.Sarebbe davvero auspicabile che nel rinnovato contesto politico, il nuovo ministro dell’istruzione rivedesse con urgenza alcune scelte, in particolare quelle che hanno portato a ridurre o addirittura eliminare la Storia dell’arte dal curricolo degli istituti tecnici e professionali del settore turistico-alberghiero. Come se la professionalità e la tecnica non fossero i modi attraverso i quali gli esseri umani interagiscono con l’ambiente attraverso una visione etica ed estetica, carica di storia e di senso, ma esistessero solo come procedure economico-gestionali, applicabili indifferentemente alla Cappella Sistina o al deserto del Gobi».
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da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 19 novembre 2011